Saluto al convegno «Mobilità, le nostre città in relazione» (25/03/2021, da Latina online)

25-03-2021

Saluto

al convegno on line promosso da Forum015 (25 marzo 2021):

Mobilità, le nostre città in relazione

+ Mariano Crociata

Vedo con piacere in questo convegno, ancora una volta, la fedeltà all’impegno di animazione culturale e sociale che caratterizza il Forum 015, di cui saluto cordialmente i responsabili e a cui unisco il saluto al professor Luca Persia e a tutti gli intervenuti a questo incontro su Mobilità, le nostre città in relazione.

Il tema ha un carattere tecnico e specialistico che può scoraggiare qualcuno, e tuttavia, a rifletterci bene, anche solo intuitivamente riusciamo a coglierne la portata in sé e le ricadute che esso presenta nella vita di tutti. Esso interpella responsabili della politica e dell’amministrazione, ma anche aderenti ad aggregazioni del Terzo Settore ed espressioni della società civile associata e non. Di fatto, la mobilità è uno di quei temi trasversali che tocca ampiamente la vita personale e collettiva, come si esprime il titolo che sviluppa il tema parlando di città in relazione. Le soluzioni tecniche sono a servizio di una rete di relazioni che è cresciuta a dismisura nella società di oggi e la cui esigenza è avvertita come una delle principali. Questo perché la mobilità ha a che fare, oltre che con il bisogno di relazioni, anche con l’istanza umana fondamentale della libertà. Libertà di movimento e libertà di spostarsi sono aspetti costitutivi della vita dell’uomo sulla terra e delle sue culture. La sua limitazione mortifica invece le possibilità di vita.

Dal punto di vista in cui mi colloca il mio ruolo io direi che la mobilità deve valorizzare almeno tre condizioni per essere attuata adeguatamente. La prima condizione è il rispetto delle caratteristiche e delle esigenze della persona, nel senso che essa deve favorire l’incontro e lo scambio, e quindi le relazioni, dovunque e con chiunque. Questa prima condizione contiene però una dimensione che può sembrare negarla, ma che invece la adempie. ‘Muoversi’ si oppone, ma in realtà è in relazione con ‘stare’. Si muove chi ha un luogo dove risiedere, nel quale dispone dello spazio necessario per condurre ordinatamente la sua vita. Immagino, perciò, che la mobilità richieda l’organizzazione di strutture equilibrate che risultino adeguate alla corretta articolazione tra stare e muoversi, tra spazi per risiedere e spazi per spostarsi.

Una seconda condizione riguarda la ricaduta della mobilità sull’ambiente, e quindi il suo grado di sostenibilità. Qui si entra nel quadro complesso della questione ecologica, alla quale il papa ha dedicato un’importante riflessione con l’enciclica Laudato si’, che auspica, peraltro, un equilibrato rapporto fra trasporti privati e trasporti pubblici. Credo che oggi sia impossibile promuovere lo sviluppo della mobilità senza tenere conto di tale fondamentale esigenza. Tanto più che essa è diventata dimensione costitutiva, e forse anche principale, delle prospettive della politica e degli investimenti dell’Unione Europea e anche dei singoli Paesi, a cominciare dal nostro.

Un’ultima considerazione riguarda la dimensione propriamente religiosa e genericamente culturale della mobilità. Mi è facile, a tale proposito, fare riferimento a san Paolo e ai suoi lunghi viaggi attraverso tutto il Mediterraneo, in tempi e in condizioni difficilmente immaginabili per le nostre possibilità di movimento oggi. Quello che va detto è che la mobilità serve non solo le merci e l’economia, ma, proprio perché è mobilità di persone che si mettono in relazione, è spostamento, trasferimento e condivisione di idee, di esperienze, di culture e di religioni, di fedi. E questo non soltanto perché una fede ha bisogno di diffondersi, ma soprattutto perché le persone hanno bisogno di fede e di cultura, attraverso i quali dare senso alla loro vita, al loro stare e al loro muoversi.

Ho voluto così esprimere la mia percezione dell’importanza di un tema come quello affrontato stasera e che – mi permetto sommessamente di aggiungere – interpella fortemente noi e il nostro territorio, così pesantemente condizionato da variegate limitazioni imposte rispetto ad una mobilità all’altezza delle esigenze economiche e sociali dei suoi abitanti. Confido che la riflessione di questo convegno produca anche una spinta in direzione di una presa di coscienza e di una iniziativa adeguata alle attese. Perché la mobilità comincia dentro, nei pensieri, nelle volontà, nei progetti, forse anche nella fantasia e nel desiderio. Spero allora che in tutti noi si inneschi almeno questa mobilità dal di dentro, scocchi la scintilla di un movimento di intenti e di volontà.