Nel corso di questa settimana il vescovo Mariano Crociata ha compiuto la «visita ad limina apostolorum», cioè la visita che obbligatoriamente ciascun Vescovo deve fare al Papa presentando la situazione della propria Diocesi. La visita è stata compiuta insieme con gli altri Vescovi del Lazio. Momento importante è stato l’incontro di venerdì mattina che i vescovi laziali hanno avuto con papa Francesco, dopo le riunioni che in questi giorni i Vescovi hanno avuto con gli esperti dei Dicasteri della Santa Sede per discutere i vari ambiti pastorali.
Molto familiare e tranquillo l’incontro con papa Francesco. «Tra noi c’è stato anche confronto sui temi e sulle criticità del tempo attuale, come la rievangelizzazione o il rapporto con la cultura di oggi. Questa visita è stata importante proprio come momento di condivisone intorno a questi temi importanti, con una crescita del clima di comunione e collegialità tra di noi vescovi del Lazio», ha spiegato Crociata.
Per questa visita ciascuna Diocesi ha dovuto presentate una relazione in cui il Vescovo descrive la situazione dei vari ambiti pastorali. Prima di tutto ciò, però, è necessario prendere atto di una situazione oggettiva, che porta il vescovo Crociata a una considerazione: «Il numero di presbiteri non sufficiente a rispondere pienamente alle esigenze delle comunità presenti sul territorio diocesano, sta interrogando in maniera insistente tutto il corpo ecclesiale. Come conseguenza di tale situazione, e in relazione alle sollecitazioni che il Sinodo delle Chiese in Italia sta offrendo, ci si è immessi già da qualche anno su un percorso di rinnovamento che sta portando la Chiesa diocesana a promuovere la necessaria collaborazione fattiva e formativa tra le parrocchie che sussistono su territori simili, al fine di sollecitare ad una visione di Chiesa che sappia uscire dai confini delle singole parrocchie e che sappia farsi carico anche di quelle comunità maggiormente in difficoltà, coinvolgendo sempre di più il laicato in una corresponsabilità che trovi realizzazione sempre più diffusa rispetto a quanto si sta già facendo».
Rispetto alla visita, monsignor Crociata ha spiegato che «per me è stato interessante vedere come le persone e ogni dicastero abbiano una reale preoccupazione e attenzione verso le nostre Diocesi, pronti tutti a sostenerci e a collaborare con noi anche in futuro su progetti condivisi».
Cos’è la “visita ad limina”?
La «visita ad limina apostolorum» è prevista dal Diritto canonico, ma ha una storia così antica tanto che non può proprio essere considerata un adempimento giuridico-formale. Il nome in latino prende spunto dal pellegrinaggio dei fedeli alla tomba degli apostoli compiuti sin dai primi secoli. Lo stesso nome fu dato quindi alla visita dei Vescovi a Roma decisa da papa Zaccaria, nel 745 al Concilio di Roma. Il senso si perse poi nei secoli successivi, fino a quando nel 1585 papa Sisto V riaffermò l’importanza della visita. Da allora ad oggi vi sono state variazioni per adeguarsi ai tempi, fino a quando nel 1988 la Santa Sede ha pubblicato addirittura il Direttorio per la «Visita ad limina» con cui disciplina questo particolare incontro tra le Diocesi nel mondo e il Papa. In particolare, è spiegato nel Direttorio, il significato della visita è «il rafforzamento della loro responsabilità di successori degli Apostoli e della comunione gerarchica con il Successore di Pietro e il riferimento, nella visita a Roma, alle tombe dei Ss. Pietro e Paolo, pastori e colonne della Chiesa Romana». I momenti fondamentali della visita «ad limina» sono il pellegrinaggio e l’omaggio alle tombe dei Principi degli Apostoli; l’incontro con il Santo Padre; i contatti con i Dicasteri della Curia Romana.