Assemblea diocesana di fine anno pastorale 2025: «Attirerò tutti a me – Il cuore pulsante del cristianesimo» (Aggiornamento)

Il prossimo 12 giugno, alle ore 18.30 presso i locali della Curia vescovile (ingresso da Piazza Paolo VI), si terrà l’Assemblea diocesana di fine anno pastorale (2024/2025, il cui tema guida sarà «Attirerò tutti a me» (Gv 12,32) con sottotitolo «Il cuore pulsante del cristianesimo».

Sarà un’occasione di riflessione e confronto, arricchita dall’intervento di don Andrea Cavallini, presbitero della diocesi di Roma, docente presso l’Università Gregoriana e collaboratore del Vicariato.

Come richiesto dall’organizzazione sarà necessario comunicare (tramite e-mail oppure telefono / whatsapp 0773 4068200) sia l’adesione alla stessa assemblea sia al successivo momento conviviale entro mercoledì 10 giugno.

In basso scarica il Libretto della Preghiera per l’Assemblea.

 

 

 

 

Aggiornamento al 12/06/2025:

Introduzione del vescovo Mariano Crociata all’assemblea diocesana:


Relazione di Don Andrea Cavallini all’assemblea diocesana:

 

Convegno diocesano di fine anno

12 giugno 2025

Introduzione

+ Mariano Crociata

Sono molto contento di incontrarvi e vi ringrazio per la partecipazione. Un incontro a fine anno come questo non è semplice adempimento, qualcosa che si deve fare. Sentiamo l’esigenza di incontrarci, di vederci, per condividere il senso del cammino che stiamo facendo e fissare qualche punto che segni un passaggio e una crescita. E questo lo possiamo fare solo insieme, incontrandoci, come ci siamo detti e abbiamo sperimentato nella Veglia di Pentecoste di sabato scorso.

Questa è anche una fase dell’anno pastorale in cui molti sono già presi dalle attività estive, per ragazzi e giovani, e in alcuni casi pure dalle feste patronali. Anche di questo ringraziamo il Signore e con Lui quanti se impegnano e si dedicano.

In questi giorni dobbiamo registrare anche un fatto doloroso riguardante un nostro confratello, il quale ha prontamente accettato di ritirarsi in una comunità per sacerdoti; aspettiamo gli sviluppi delle indagini prima di pronunciare giudizi affrettati e conclusioni sbagliate. Circondiamo della discrezione necessaria una vicenda che ha bisogno soprattutto di preghiera e di misericordia, insieme alle misure necessarie, per le fragilità che sperimentiamo o vediamo attorno a noi. Ricordiamoci che le mancanze, di uno o di più di noi, specialmente di quelli costituiti nel ministero, non sono mai solo mancanze personali, ma nello stesso tempo ferite alla Chiesa. E tutti ne veniamo in un modo o in un altro colpiti. Per questo dobbiamo aiutarci e farlo nella maniera appropriata, a cominciare dalla preghiera. Questo non ci impedisce di lavorare serenamente e di continuare il nostro cammino di Chiesa, certo con vigilanza e con sempre nuova avvertita consapevolezza. L’anno pastorale che si conclude è stato segnato dallo svolgimento di tante attività legate soprattutto all’anno giubilare, che ci accompagnerà pastoralmente ancora fino alla fine del ciclo solare. Anche la Lettera pastorale e varie iniziative collegate hanno avuto al centro questa attenzione straordinaria, allo scopo di rendere una ricorrenza così significativa nello scorrere del tempo della Chiesa e della nostra vita feconda per tutti e per ciascuno.

Mi pare importante richiamare l’idea di fondo che ha ispirato il nostro percorso di quest’anno, che esprimevo nella Lettera con queste parole: «Il giubileo è il custode di un grande dono di senso, perché riporta alla radice e al fondamento della vita e della fede. È un auspicio, un segno utopico, uno sguardo oltre il modo usuale di vedere e di vivere. Esso ha il potere di santificare. E santificare significa separare e distinguere. È il carattere e il potere proprio del divino, che attraverso il segno del giubileo riporta a ciò che è veramente e originariamente importante, e perciò altro rispetto al decadimento e alle dipendenze a cui rischiamo di abituarci e rassegnarci. Riportarsi all’originario e all’autentico significa liberarsi da tutto ciò che si è aggiunto di improprio e che ha snaturato le fattezze e l’identità originarie della persona umana, della comunità umana, dell’ambiente, del mondo intero».

È in questo spirito che abbiamo pensato questo momento e nella sua prospettiva che vogliamo guardare l’anno pastorale prossimo. Che cosa c’è di più centrale e originario per noi dell’attrazione che Gesù esercita su di noi dalla croce, vero cuore pulsante del cristianesimo come dice il titolo della nostra assemblea? Per questo abbiamo voluto invitare don Andrea Cavallini a parlarci e a farci riflettere su questo argomento. Lo ringrazio di cuore e invito me e voi a metterci in ascolto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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