«Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono», il discernimento spirituale discusso al convegno diocesano

Quale sia la scelta migliore davanti ai fatti piccoli e grandi che capitano a ciascuno singolarmente o nelle comunità in cui si vive; una scelta da compiere, in particolare, rispetto alla ricerca della volontà di Dio. In sostanza, come attuare il discernimento spirituale personale e comunitario. Proprio questo è stato l’argomento trattato giovedì e venerdì scorsi nella terza tappa assembleare prevista dagli orientamenti pastorali per l’anno in corso, disposti dal vescovo Mariano Crociata per la diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno. Due i relatori d’eccezione che hanno portato la loro riflessione ai numerosi partecipanti intervenuti.

Il frate carmelitano scalzo François–Marie Léthel, docente di teologia dogmatica e spirituale presso la Pontificia Facoltà teologica «Teresianum» di Roma, ha affrontato «Il discernimento spirituale personale». Nella sua relazione ha ricordato che il discernimento personale «nel cammino interiore alla santità è il cammino di tutta la vita per ciascuno nel Popolo di Dio, a tutte le età e in tutti gli stati della vita». Così, nella prospettiva della santità, ha continuato Léthel, «la formazione ha come scopo principale la trasformazione interiore della persona per opera della grazia con l’indispensabile collaborazione della libertà. È il grande e continuo combattimento spirituale contro il peccato intorno a noi e dentro di noi, con le armi invincibili della fede, della speranza, della carità e dell’umiltà». In pratica, «il discernimento spirituale è sempre tra il bene e il male, la luce e le tenebre», ha ripreso Lethel ricordando anche che «siamo dunque chiamati alla santità ciascuno personalmente e tutti insieme. Nella sua relazione fr. François–Marie Léthel ha usato come riferimento gli insegnamenti dei tre grandi carmelitani Dottori della Chiesa, san Giovanni della Croce, santa Teresa d’Avila e santa Teresa di Lisieux, raccolti nel libro Voglio vedere Dio del venerabile p. Maria Eugenio di Gesù Bambino, edizioni Lev 2009, spiegandoli in base alla tavola sinottica elaborata dallo stesso autore del libro (vedi l’allegato in basso, ndr); esempi questi raccordati con riferimenti alla spiritualità di Chiara Lubich, la fondatrice del movimento dei focolarini.

Il tema «Discernere insieme i segni dei tempi» è stato appannaggio di monsignor Nazzareno Marconi, vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, il quale ha inquadrato l’argomento in questo preciso momento storico in cui «si parla di cambiamento epocale, di società liquida, si usano immagini che evocano tutte sviluppo e ricerca di un nuovo equilibrio». Monsignor Marconi, facendo leva anche sulla sua esperienza di docente di Esegesi presso l’Istituto teologico di Assisi, ha precisato che «la parola discernimento non evoca una scelta libera da ogni riferimento, in cui il singolo o il gruppo decidono dove andare in totale libertà, ma la presenza di una pluralità di indicazioni tra cui riconoscere quelle giuste, quelle significative. Sappiamo però per fede che Dio è passato prima di noi ed ha posto, tra i tanti, i suoi segnali per indicarci la via; l’arte del discernimento è proprio la capacità di riconoscere la foggia, lo stile, la forma dei segnali di Dio e così trovare la strada». Dagli Atti degli Apostoli, monsignor Marconi, ha tratto tre esempi di discernimento comunitario, attuato dalla prima comunità riunita intorno agli Apostoli, come la scelta di Mattia da cooptare nel collegio degli Apostoli, l’istituzione di sette discepoli per il servizio della carità, la discussione sull’ammissione dei pagani alla comunità cristiana senza passare prima per la circoncisione. Poi, sulla base dei documenti del Concilio Vaticano II ha spiegato l’importanza del discernimento a intra (nelle comunità ecclesiali, un grande ruolo per i consigli pastorali parrocchiali), a extra (rispetto ai fatti del mondo esterno che interrogano la comunità), e di quello compiuto dal presbiterio in comunione con il proprio Vescovo (per esempio, attraverso il consiglio presbiterale). «Tuttavia, senza la vita nello Spirito non è possibile il discernimento, e questo riguarda quello compiuto da tutte le componenti ecclesiali», ha ammonito in conclusione monsignor Marconi.

Questo convegno è parte del percorso tracciato dalla prima lettera pastorale Vogliamo incontrare Gesù di monsignor Crociata alla diocesi che ha portato a riflettere dapprima sulla necessità di rimettere al centro della propria vita personale ed ecclesiale la persona stessa di Cristo, Parola di Dio divenuta carne (relazione di monsignor Crociata a settembre 2014). 

Tema ampliato con la Tavola rotonda su «Incontrare Gesù Cristo, la Parola di Dio: ricominciamo dall’ascolto» con i relatori: Elisa Mannadon Andrea Toniolodon Paolo Asolan (settembre 2014). 

Successivamente un richiamo a riscoprire la Sacra Scrittura come testo da pregare, come Parola capace di illuminare la nostra vita di credenti e la missione delle nostre comunità, in particolare attraverso l’esercizio della Lectio divina: le relazioni di fr. Bruno Secondin o. carm. e della biblista Rosanna Virgili (novembre 2014).

Le relazioni di fr. François–Marie Léthel e del vescovo Nazzareno Marconi sono disponibili al link in basso: