Operatori Caritas tra l’ascolto della Parola e il servizio ai bisognosi

La Caritas diocesana, guidata da don Angelo Buonaiuto, ha tenuto oggi un’importante riunione con i referenti parrocchiali dell’organismo caritativo della Chiesa locale. Un incontro tenuto presso il Centro pastorale della Curia diocesana con lo scopo di riprendere le attività in modo coordinato a favore proprio degli utenti.

Ad aprire i lavori lo stesso vescovo diocesano Mariano Crociata il quale ha voluto rimarcare alcuni concetti fondamentali, come la necessità di mantenere sempre «il rapporto tra carità e Parola di Dio» che deve sempre essere mantenuto e vivificato continuamente. Se così non fosse il rischio è in agguato è quello di «ridurre la carità ad assistenzialismo, così da trovarsi poco a poco mossi da altri fini rispetto a quelli indicati dalla Parola di Dio». Ma con una ulteriore avvertenza: «La Parola di Dio in realtà non serve per fare bene la carità, ma per riempire noi dell’amore di Dio così da effonderla sugli altri», ha puntualizzato monsignor Crociata ribadendo però la necessità di garantire che «il nostro servizio Caritas scaturisca da questo dialogo incessante con il Signore presente con la sua parola e non solo (ultimamente, l’Eucaristia)».

Gran parte dell’intervento del Vescovo ha riguardato la Parola, che ai meno attenti può sembrare un approccio lontano dall’attività degli operatori Caritas. Monsignor Crociata ha spiegato bene anche questa connessione: «Se c’è un aspetto specifico ulteriore nel rapporto tra Parola di Dio e carità, esso sta nella capacità che la Parola ha di far capire e riconoscere l’identità e il volto, la storia di sofferenza e di bisogno, che l’altro vive, ma questa diventa capacità di vedere nell’altro la presenza e l’eco della Parola: Dio ci parla attraverso il povero e nel povero, in cui peraltro si identifica». Dunque, su queste basi «la carità è innanzitutto relazione e accoglienza». La cartina di tornasole di questo livello da raggiungere la indica sempre lo stesso vescovo Mariano: «La capacità e la volontà di amare della medesima carità il vicino, in famiglia, nel vicinato, sul lavoro, in chiesa. Facile commuoversi e premurarsi per chi si vede una volta nella vita o una volta tanto».

L’incontro è ripreso sula scia della conclusione del Vescovo: «L’operatore Caritas diventa il testimone della capacità di sentire il cuore, la profondità dei drammi e della vita, con le sue gioie oltre che con le sue fatiche». Un intervento apprezzato proprio da don Angelo Buonaiuto, il quale spiega che «purtroppo di drammi i nostri operatori ne hanno ascoltati tanti e tanti ne ascolteranno, ma noi andiamo avanti sapendo che non siamo soli se ci muoveremo nel solco indicato dal nostro Vescovo». Lo hanno ben compreso i circa cento referenti delle Caritas parrocchiali «che sono il vero motore dell’attività caritativa sul territorio», ha spiegato don Angelo, «cui aggiungiamo però anche altre cento persone circa – tra queste non tutte sono poi così inserite nella Chiesa – che prestano servizio nella nostra mensa a Latina. Senza dimenticare anche tutti gi altri servizi che facciamo».

Infatti, l’incontro di oggi è stata anche l’occasione per ricordare e fornire aggiornamenti sulle altre attività. Per esempio, il centro di ascolto della Caritas diocesana a piazza San Marco, l’importante servizio svolto con la Casa di prima accoglienza per donne “Casa Betania”. Un altro settore in cui si sta distinguendo la Caritas diocesana è quello del microcredito «gestito grazie alla Confraternita delle Stimmate di Cisterna in collaborazione con la banca di credito cooperativo dell’Agro pontino, attraverso il quale i bisognosi possono ricevere prestiti fino a 2500 euro da restituire con un interesse del 3% entro 36 mesi,e fino ad ora la gente ha restituito», è stato spiegato durante l’incontro. Per il futuro sarà potenziato anche il servizio dello Sportello Legale per Stranieri della Caritas diocesana, «dall’inizio dell’anno abbiamo già trattato 40 casi, di cui alcuni per sfruttamento», che avrà una sezione per coloro in difficoltà economica. Non da ultimo c’è anche la preziosa esperienza vissuta da alcuni volontari Caritas che prestano assistenza ai carcerati della Casa Circondariale di Latina, oppure quella che si affianca alle famiglie in difficoltà nel seguire i bambini con la scuola.

Alla Caritas non si risolvono i problemi con il lavoro pratico, ma anche con l’analisi e lo studio come quello dell’Osservatorio per le povertà e le risorse. Tra i prossimi lavori quello che mostrerà i risultato dell’analisi sulle famiglie con reddito al di sotto dei 12 mila euro, il livello minimo per pagare le tasse. Nel frattempo, il prossimo appuntamento è per il 7 novembre con il convegno su “Lavoro nero. Tra sfruttamento e caporalato nelle campagne pontine”, un tema quanto mai attuale.

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