Saluto convegno adulti AC su “Sinodo della famiglia” (18/04/2015 – Latina)

18-04-2015

Saluto

al Convegno adulti di AC su “Sinodo della famiglia”

18 aprile 2015

¿ Mariano Crociata

Ci troviamo a vivere un tempo di singolare e imprevedibile trasformazione in questa fase della storia della Chiesa. Ne è un segno inequivocabile questo ‘frattempo’, tra una prima convocazione – straordinaria – del Sinodo dei Vescovi e la seconda – ordinaria – che ci attende nel prossimo ottobre. L’iniziativa dell’Azione Cattolica della nostra diocesi di fermare l’attenzione sul tema del Sinodo – la famiglia – organizzando questo Convegno, merita apprezzamento perché ci offre una occasione preziosa per attraversare con consapevolezza credente questo ‘frattempo’, a cui ha dato forma inedita la creatività pastorale di papa Francesco. A conferire pieno interesse al nostro incontro è la presenza dei coniugi Miano, che saluto con particolare cordialità e gratitudine, in ragione del loro molteplice e intenso impegno ecclesiale e civile nel nostro paese e, non ultimo, del ruolo attivo svolto proprio in seno al Sinodo, ma poi anche per i legami di stima e di collaborazione che si sono stabiliti in questi anni.

La nostra diocesi si è coinvolta attivamente nel processo sinodale attraverso un movimento di riflessione che ha prodotto una sintesi sia in preparazione alla convocazione straordinaria, sia di recente in vista del prossimo appuntamento. La situazione rilevata non presenta caratteristiche distintive significative rispetto a quella di tante delle nostre Chiese. Più che una mera presentazione di dati, e rimanendo in attesa dei frutti del complesso cammino sinodale, vale la pena indicare alcune istanze di fondo con le quali siamo comunque chiamati a confrontarci.

La prima riguarda la difficoltà a farsi carico della responsabilità educativa in un’epoca largamente anti-educativa come quella attuale, che esalta l’espressione spontanea anche nelle fasi più precoci del cammino di crescita della persona, senza nessuna considerazione nei confronti della offerta di organici orizzonti di senso che non siano quelli dettati dalla logica del mercato e del consumo. Preparare al matrimonio, in un simile contesto, rischia l’incomprensione e il non senso, se non ci si misura con una visione relazionale della persona e della sua costitutiva socialità, del significato di impegni duraturi nel rispetto di se stessi e degli altri, del valore del dono di sé nella dedizione e in un amore che non abbia paura della rinunzia a se stessi per il bene dell’altro.

Una seconda istanza tocca la condizione matrimoniale e familiare, sia nel suo valore antropologico di luogo di realizzazione del dinamismo costitutivo dell’essere umano di apertura all’altro e alla vita, sia nel suo carattere vocazionale che attinge dall’incontro con Cristo e che la porta a diventare peculiare via di santificazione. Coniugi e famiglie hanno bisogno di testimonianze esemplari che incoraggino a scoprire e perseguire la missione che Dio ha affidato alla coppia sposata e alla famiglia, quella precisamente di essere fonte e spazio di amore, di socialità, di vita nuova; ma hanno anche bisogno – coppie e famiglie – di sostegno diretto e concreto, di cui la comunità ecclesiale dovrebbe diventare viva sorgente e punto di riferimento. Mentre riconosciamo sempre di più – grazie anche al magistero del Papa – la grandezza e il primato della famiglia, facciamo fatica a dare corpo a una cura assidua e a creare le condizioni di un sano protagonismo per la sua presenza nella Chiesa.

La terza istanza tocca le situazioni di difficoltà che in forme le più disparate la vita di tante coppie e famiglie conosce. C’è una specularità, o meglio una circolarità viziosa, tra le prime due istanze e quest’ultima: la fatica a dare consistenza a una adeguata preparazione al matrimonio e all’accompagnamento della vita ordinaria di coppie e famiglie che vogliono condurre in armonia e coerenza il loro cammino credente, si scopre moltiplicata di fronte alle situazioni dolorose crescenti che si affacciano sempre di più sulla soglia di tante case e dell’intera comunità ecclesiale. Dobbiamo imparare nei loro confronti a usare la medicina della misericordia, come ci invita a fare il Santo Padre, senza per questo trascurare l’affiancamento rispettoso e la testimonianza operosa per un recupero della coscienza e della responsabilità di chi ha da ritrovare se stesso e il filo del senso della propria personale e comune esistenza.

Dovremo necessariamente tornare su questi temi spinosi e promettenti allo stesso tempo, nella certezza che sono molto più numerose di quanto pensiamo le coppie e le famiglie che umilmente e senza troppo clamore conducono avanti la loro vita in fedeltà, amore e dedizione, edificando spesso nascostamente la Chiesa di Dio e una umanità più sana, serena e positiva di quella di cui tanti vorrebbero dipingerci l’immagine.

Questo incontro è destinato a fornire un contributo importante allo sforzo che la nostra Chiesa è chiamata a dare perché attorno alla famiglia si coaguli un impegno crescente per lenire e guarire le sue ferite e per avvalorare le testimonianze esemplari alle quali dobbiamo sempre di più aprire gli occhi e il cuore, nella certezza che la speranza si nutre, più e oltre che della lotta contro i problemi, della positiva promozione del cammino del bene dentro il tessuto della vita ordinaria dei credenti e degli uomini e delle donne di buona volontà.