Omelia per il XXX anniversario uccisione di fr. Alfredo Fiorini, mcci (24/08/2022 – Parrocchia S. Domenico Savio, Terracina)

24-08-2022

OMELIA

Mercoledì, 24 agosto 2022, festa di S. Bartolomeo apostolo

Terracina, Parrocchia S. Domenico Savio, per il XXX di fr. Alfredo Fiorini, mcci

+ Mariano Crociata

La nostra celebrazione è per sua natura il momento più alto di una serie di celebrazioni che hanno sottolineato la memoria di Alfredo Fiorini a trent’anni dalla sua uccisione. E lo è per il fatto che celebriamo il cuore stesso della nostra fede, la morte e la risurrezione di Gesù, ciò che costituisce la ragione di tutto ciò che siamo e facciamo, e ugualmente la ragione di tutto ciò che Alfredo è stato e ha fatto, fino alla consumazione suprema della sua vita nella donazione agli altri.

In questo spirito saluto i padri comboniani venuti a partecipare, i familiari di Alfredo, in particolare la mamma, gli amici dell’Associazione e tutta la comunità parrocchiale di san Domenico Savio. Merita davvero ogni apprezzamento quanto è stato organizzato per dare corpo al trentesimo anniversario, soprattutto con il coinvolgimento di studenti e giovani, consapevoli come siamo tutti che è da esempi come quello di Alfredo che le nuove generazioni possono apprendere il valore della vita, il senso della fede in Cristo, il significato della dedizione agli altri come via di vera umanizzazione prima che di santificazione.

L’esempio di Alfredo, a trent’anni di distanza, ci testimonia tutto il messaggio che contiene con una luminosità che l’accresciuta distanza temporale rende ancora più vivida. In questo contesto credo che dobbiamo, in tutta semplicità ed essenzialità, annunciare che fede in Cristo e dedizione ai fratelli sono un tutt’uno. Lo sono stati per lui, lo devono diventare sempre di più anche per noi.

La festa, oggi, di san Bartolomeo ci mette sotto il cono di questa luce con una persuasione che solo la testimonianza di un apostolo sa suscitare. E l’apostolo ci dice che al primo posto c’è sempre e solo lui: Gesù. Il momento decisivo viene registrato puntualmente dal Vangelo: “ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi”. Per Bartolomeo si è dato un momento, apparentemente banale, una circostanza quotidiana insignificante che viene segnata e fissata per sempre da qualcosa di assoluto e irripetibile, l’incontro con Gesù. E l’incontro con lui è sempre scoperta di fede, apertura all’orizzonte di Dio, affidamento a lui nella certezza che la sua promessa di futuro e di vita è incondizionatamente affidabile. All’incontro con Gesù si scopre che lui merita tutto, per lui si può fare tutto. “Tu sei il figlio di Dio, tu sei il re d’Israele”.

Provo a vede condensato in questa scena anche il mondo interiore di Alfredo, che fin da piccolo cercava la voce di Gesù e ha conservato per la sua vita intera la sensibilità di un bambino e di un poeta, capace di percepire la vibrazione profonda delle persone, delle storie, dei dolori e delle gioie, soprattutto della presenza di Dio nel cuore di chi incontrava, nelle sue angosce e nelle sue speranze. La sensibilità alla fede rende sensibili ai fratelli, alla loro esultanza e alla loro pena.

Dobbiamo ringraziare il Signore per questa testimonianza che si imprime come un’orma sempre più profonda nel sentire di familiari e di amici, ma anche solo di conoscenti recenti e soprattutto di membri della nostra Chiesa che gli ha dato i natali alla vita e alla fede.

In linea con chi ha voluto queste iniziative in occasione del trentennale, credo che Alfredo ci lasci come un compito irrinunciabile la cura dei bambini e dei ragazzi di oggi, ma anche di giovani e adulti spesso non meno sbandati di quelli che troppo sbrigativamente vengono classificati tali. La vita non ha gusto, non ha senso, se consumata solo per se stessi. Come è vero ancora una volta il Vangelo: chi trattiene per sé la propria vita, la perderà!

Nel nostro patrimonio di storia e di cultura, in tante nostre famiglie e comunità, la fede continua ad essere un riferimento radicato. Se solo riuscissimo a riscoprire e far scoprire che una fede viva è radice di vita piena, autentica, perché spinge a vivere con Gesù e come Gesù, per Dio e per i fratelli, sperimentando una gioia che il mondo non conosce.

Alfredo Fiorini è un esempio luminoso di tale perfetta fusione di incontro con Gesù e di fede in lui fino a offrire la propria senza riserve per gli altri, soprattutto i più infelici, fino al sacrificio supremo di tutta la propria persona e della stessa vita.

Il suo nome sia in benedizione.


Nel corso della celebrazione, mons. Mariano Crociata ha dato lettura del messaggio inviatogli da S.Em. il cardinal Matteo M. Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI:

Caro Mons. Vescovo, in occasione del ricordo di Fiorini, a trenta anni dalla sua uccisione, desidero fare giungere attraverso di Lei la mia vicinanza alla Chiesa di Latina, alla sua famiglia, ai Padri Comboniani. È un testimone a me molto caro dell’amore cristiano e di come questo vince la paura. Ha difeso fino alla fine la vita di chi è malato, amando fino alla fine. Come Gesù. È stato ucciso poche settimane prima della fine del conflitto. La sua morte era la stella del mattino, anticipava l’alba di speranza in quella notte terribile di dolore. Un sacrificio cui voglio rendere onore e che sento come un debito che ci deve sollevare dalla mediocrità di fronte a tanta violenza che circola nel mondo e lo rende segnato dalla guerra. Ringrazio Dio del suo dono. Ricordo queste sue parole così profonde e spirituali:

«Trovare Dio, dar senso al tuo cercare,
significa da Lui farsi trovare.
È il Dio d’Abramo, del Sorriso, dell’Amore,
il Dio di Gesù Cristo, del Dolore.

Egli è il tuo Dio non perché sia tuo,
ma perché tu sei sempre stato suo.

Sceglierlo è già sapere in fondo al cuore
che Lui ti ama con ardente amore
da prima che tu fossi mai pensato
e in un atto d’amore sospirato.

Se vivi l’amore Lui vive in te
e più non brancoli dove vita non è».

Grazie, caro Fratel Alfredo, e donaci di seguirti nel dono sereno e fiducioso della nostra vita.

24 agosto 2022

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