Omelia per il V centenario della Madonna del Soccorso (09/05/2021, santuario Madonna del Soccorso, Cori)

09-05-2021

OMELIA

Domenica 9 maggio 2021,

500° anniversario della Madonna del Soccorso

+ Mariano Crociata

Cinquecento anni sono davvero tanti per abbracciarli tutti insieme con la mente: quante persone, quante storie, quanta fede e quanta preghiera, quanti dolori e quante gioie, e quante altre cose ancora bisogna metterci dentro? Se siamo qui a celebrare questo anniversario è perché sappiamo che la vita delle generazioni che compongono la storia di questi cinquecento anni è come condensata e racchiusa nello scrigno prezioso del rapporto con Maria, la Madonna del Soccorso. La devozione a lei ha plasmato ciascuno e tutti insieme gli abitanti di Cori lungo questi cinque secoli, al punto da diventarne uno dei fattori principali di identità e di unità. Di fronte a Maria, le differenze passano in secondo piano e tutti ci riconosciamo devoti e figli, accomunati da un profondo sentimento di protezione e di appartenenza a colei che, nella sua qualità di madre del Figlio di Dio fatto uomo, ha manifestato in questo luogo un segno singolare della sua predilezione.

La vicenda da cui origina la devozione alla Madonna del Soccorso fa risaltare un caso ricorrente dell’esistenza umana: una bambina si smarrisce, il 4 maggio 1521, e dopo 8 giorni viene ritrovata sana e salva perché accolta, custodita e restituita da quella che la piccola Oliva chiama la “bella signora”, nella quale la fede e la devozione – indirizzate dall’affresco di un’antica chiesa dedicata alla Madonna della Ginestra che sorgeva proprio in questo luogo – hanno subito riconosciuto Maria, suscitando in tutti un sentimento di immensa gratitudine e di profondo amore. La semplicità dell’avvenimento non ha attenuato, semmai rafforzato, la fede dei coresi del tempo, perché esso conteneva un significato profondo e coinvolgente: Maria è vicina al popolo cristiano di questa comunità in tutti i momenti della sua vita, nelle minute e nelle importanti circostanze, nei piccoli e nei grandi pericoli; ella è davvero una madre, che accompagna sempre, con discrezione e assiduità, il cammino dei suoi figli.

La Madonna del Soccorso parla a noi oggi, e il suo straordinario anniversario ne rende ancora più incisivo e attuale il messaggio. Innanzitutto essa ci aiuta a ricordare sempre che la nostra esistenza è aperta sull’invisibile e sul divino. C’è qualcuno che dall’alto ci guarda e veglia su di noi. Maria è segno di un amore tenero e sovrano che ci sovrasta e ci avvolge. Tocchiamo con mano che non bastiamo a noi stessi, che le nostre forze sono limitate, ma anche che non siamo abbandonati alla nostra precarietà: c’è un cuore che palpita per noi, sia dentro il nostro impegno serio e costante, sia dietro il nostro vagare talvolta senza meta.

Un’altra cosa ci dice questo anniversario. Lo smarrimento della piccola Oliva è anche un’immagine di rara efficacia che ci tocca personalmente e tutti quanti ancora oggi, anzi oggi più di prima. Lo smarrimento infatti è un fenomeno che affligge non solo qualche bambino, ma un po’ tutti e forse soprattutto noi adulti: in particolare quando i problemi ci assillano, come avviene da un anno a questa parte, offuscando il futuro dinanzi a noi. Non è la strada di casa quella che per lo più perdiamo, ma il senso stesso della nostra vita. Verso quale futuro stiamo andando? Quale mondo stiamo costruendo e stiamo preparando per le nuove generazioni? Abbiamo bisogno di ritrovare le cose più vere e necessarie che sembrano inesorabilmente sfuggirci: la serenità del cuore e del giudizio, la lucidità nelle più disparate situazioni, la capacità di distinguere il bene dal male, il senso della dignità di ogni persona e il senso di rispetto e di cura nei nostri rapporti con tutti. La Madonna del Soccorso oggi ci ricorda che lei c’è per aiutarci a recuperare le dimensioni essenziali del nostro essere umani e del nostro essere credenti: la rettitudine e la lealtà, la fedeltà e la perseveranza, la generosità e il disinteresse nella ricerca del bene comune.

La Madonna del Soccorso ci invita ancora a porgere ascolto al Signore che ci parla attraverso le pagine della Scrittura appena proclamate, le quali annunciano innanzitutto che Dio è amore e ci ama per primo. In fondo la stessa Maria di Nazaret non è altro che segno e manifestazione dell’amore inesauribile di Dio. Per rimanere nel suo amore, bisogna che impariamo ad amare, a volere e a cercare di fare il bene gli uni degli altri. Oggi questo potrebbe apparire improbabile e perfino velleitario, perché siamo sommersi da una vita sociale e da una comunicazione pubblica carica di odio, di rabbia, di calunnie, di violenza verbale e, non raramente, anche fisica. Noi che ci professiamo credenti in Cristo e devoti della Madonna del Soccorso, dobbiamo sentire, ciascuno in prima persona, la responsabilità di praticare e testimoniare rapporti interpersonali nuovi, improntati al rispetto, alla benevolenza, alla solidarietà, alla volontà incondizionata di essere di aiuto a chiunque ce lo chieda o ne abbia bisogno. Dobbiamo contrastare l’insofferenza e l’indifferenza reciproca, il senso di superiorità e di disprezzo, l’incitamento allo scontento e allo scontro. Non ci vuole sentimentalismo o emozionalismo, perché questo non è vero amore; amore è volontà e decisione di bene per l’altro.

Molte cose stanno cambiando in questo nostro mondo, nel piccolo e nel grande; il rischio maggiore che corriamo non è quello di perdere qualcosa, ma di perdere noi stessi e di smarrire il mondo della vita attorno a noi. Si accresce la sensazione che non ci sia più nessuno che abbia la capacità di vedere, affrontare e risolvere i problemi; e che siamo in balia di noi stessi e senza speranza. Dobbiamo contrastare in tutti i modi una tale impressione e il diffondersi di discorsi simili, innanzitutto perché sono falsi, e poi perché ognuno di noi, per quanto possa sembrare risibile, ha la sua porzione – piccola quanto si vuole – di responsabilità e di potenzialità per far cambiare il corso delle cose, per dare un nuovo orientamento alla nostra storia comune.

In conclusione, il messaggio che Maria ci vuole lasciare è che anche oggi corriamo il pericolo di smarrirci. E lo smarrimento che ci minaccia è anche quello di rimanere vittime delle nostre divisioni e delle nostre rivalità. Eppure il Signore non si stanca di cercarci, come fa con la pecorella smarrita. Maria, in suo nome, è lì, pronta a venirci in aiuto. In che cosa consiste il suo aiuto? Il primo aiuto ce lo dà chiedendoci e spingendoci, per la grazia dello Spirito di Dio, a non stare ad aspettare, ma a cercare, così da ritrovare noi stessi. Insieme aiutiamoci a non smarrirci e a ritrovarci: se avremo questa volontà e se faremo questo sforzo comune, sperimenteremo in maniera nuova e sorprendente che la Madonna del Soccorso ci viene in aiuto e ci lascia ancora una volta un segno singolare della sua predilezione d’amore e della sua cura materna. Ce lo auguriamo a vicenda di cuore, all’inizio di questo anno giubilare, cominciando con il pregare gli uni per gli altri e proseguendo con l’impegno volto a una sempre più grande e calorosa comprensione reciproca, che diventi anima di una comunità umana, religiosa e civile profondamente rigenerata e nuovamente vitale.