Omelia ingresso nuovo parroco Sant’Anna in Pontinia (07/02/2016 – Pontinia)

08-02-2016

OMELIA

Pontinia, Parrocchia S. Anna, 7 febbraio 2016

Insediamento del nuovo Parroco, p. Giancarlo Orlini fn

+ Mariano Crociata

 

La celebrazione di oggi ha un motivo speciale di gioia e di festa per la comunità di Pontinia. Riceve infatti il nuovo Parroco, nella persona di p. Giancarlo Orlini, dopo che p. Valeriano ha concluso il suo servizio. È l’occasione per dire il nostro grazie alla “Congregazione Sacra Famiglia di Nazareth di San Giovanni Battista Piamarta” per la testimonianza di dedizione e di fedeltà alla guida pastorale della parrocchia ormai da tanti anni, confermata oggi con l’inizio del ministero pastorale del nuovo Parroco. Salutiamo con viva cordialità p. Giancarlo, che viene ad arricchire la comunità diocesana tutta e in particolare il suo presbiterio con la sua collaborazione al ministero pastorale, e che la comunità parrocchiale accoglie con gratitudine e gioia come segno dell’amore e della cura con cui il Signore, nella comunione della Chiesa particolare, continua a guidarla e accompagnarla.

Il ministero del Parroco abbraccia un po’ tutte le dimensioni della vita credente e del cammino dei fedeli nella comunità ecclesiale. Esso si esercita attraverso l’annuncio e la predicazione della Parola, che si correda di tutta l’opera formativa che si svolge nei vari ambiti e nelle varie circostanze della vita cristiana; poi attraverso la celebrazione dei sacramenti, al cui inizio sta il battesimo e al cui vertice l’Eucaristia; infine con la guida della comunità attraverso una comunione ordinata e una attenzione delicata e assidua verso i poveri e le persone in disagio e in difficoltà. Tutto l’impegno pastorale si condensa nella cura del cammino di fede dei singoli e della comunità, senza che siano trascurati né l’una né gli altri.

Le pagine della Scrittura di questa domenica costituiscono una fonte peculiare di ispirazione per il ministero pastorale, come anche per la vita cristiana di ciascuno di noi. La loro attenzione si dirige in modo particolare al ministero profetico e all’annuncio del Vangelo. L’annuncio e la predicazione in tutte le forme possibili sono un aspetto di primaria importanza per la fede e la vita della Chiesa. Certo l’evangelizzazione e la vita della Chiesa non si possono ridurre solo a parole da pronunciare e a discorsi da fare, poiché la missione della Chiesa abbraccia i sacramenti, la preghiera, la pratica della vita e la comunione ecclesiale. E tuttavia la parola conserva un valore essenziale per la vita cristiana e l’azione della Chiesa, poiché prepara ad accogliere il Signore, ne illumina la comprensione dell’opera che egli compie nel cuore dei credenti e nel corso della storia, fa maturare una coscienza e una comprensione sempre più vive in tutti i battezzati.

Le letture ci suggeriscono innanzitutto che l’ascolto e l’annuncio della Parola del Signore richiedono un rapporto personale con lui, poiché scaturiscono da una sua chiamata specifica e da un mandato che egli espressamente affida. È un invito al Parroco, così come ad ogni sacerdote che si trovi a svolgere il suo ministero in una comunità o in un gruppo di credenti. La Parola ha un posto centrale nella vita del sacerdote e del Parroco, poiché attraverso di lui in modo particolare il Signore vuole parlare ai suoi discepoli. Non è dunque una prerogativa privata quella che può dare accesso a un ministero così alto, ma solo una chiamata del Signore, il quale rende degni di tale missione attraverso una purificazione del cuore e delle labbra, della mente e della vita, del ministro ordinato come di ogni fedele. Di fronte a tale chiamata, allora, si risponde, come Isaia: «Eccomi, manda me!» (6,8). P. Giancarlo ha risposto come il profeta, e ora comincia il suo servizio affidandosi alla chiamata del Signore. Non giunge qui dunque per effetto di una sua arbitraria decisione, ma in seguito a un invito, dopo un cammino di esperienza cristiana e di ministero pastorale che lo hanno umanamente maturato e spiritualmente e pastoralmente arricchito. Per lui e per noi questo significa che egli viene mandato dal Signore e noi lo accogliamo come colui che viene nel nome.

Un elemento già accennato ma su cui merita ritornare emerge in ambedue le letture, la pagina di Isaia e quella evangelica, e cioè la percezione viva e pungente del chiamato di non essere degno del Signore. Colui che è stato scelto dal Signore ha bisogno di essere purificato, al fine di poter compiere la missione affidata e porgere la sua Parola. È importante avere coscienza di questa indegnità e della distanza. Ci si deve accostare al ministero con fiducia ma anche con timore e tremore, per la grandezza del servizio da svolgere a una Parola che non è un’accozzaglia di parole e di discorso ma, ultimamente, la persona stessa del Figlio incarnato, il Verbo di Dio.

La fiducia nella misericordia di Dio è l’atteggiamento spirituale con il quale impegnarsi nel servizio pastorale; allora si farà l’esperienza non solo della infecondità e della sterilità, ma anche quella della pesca miracolosa, della sovrabbondanza sorprendente della generosità di Dio nell’arricchire di frutti la nostra operosità. Bisogna essere preparati a un lavoro che tante volte sembra non avere risultati e che costa una fatica frustrante (abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla); ma bisogna anche essere pronti a veder sorgere vita cristiana nuova là dove non ce lo saremmo aspettati (una gran quantità di pesci). Sempre bisogna dedicarsi con costanza e fiducia, sulla parola di Gesù che agisce senza posa, con la forza del suo Spirito, nel cuore delle persone, anche quando noi non vediamo alcun risultato. Non dobbiamo perdere occasione, perciò, per far giungere l’eco della sua Parola. La fede da cui nasce il nostro annuncio deve anticipare la fede che la Parola annunciata è destinata a suscitare per la grazia di Dio nel cuore degli ascoltatori, in un modo o in un altro, presto o tardi.

È questa la corrispondenza attesa da voi fedeli tutti, quella della fede, e di una fede viva e ardente. Di voi il Vangelo di oggi può dire che siete come quella folla che faceva ressa attorno a Gesù per ascoltare la Parola di Dio. Non sembrano tempi facili, questi, per la fede, ma in realtà il nostro segreto bisogno e il nostro più profondo desiderio è proprio l’ascolto di Dio, perché abbiamo bisogno di luce per capire e di incoraggiamento per andare avanti, in tempi di nebbia, di inquietudine e di disorientamento. È una fortuna avere qualcuno che ci annuncia la Parola, avere una comunità nella quale si può fare insieme discernimento su ciò che il Signore vuole da noi.

E di fatto oggi una domanda importante riguarda proprio come svolgere l’annuncio. La pagina di san Paolo ci riporta al primo originario e permanente nucleo della predicazione cristiana, quello della risurrezione. Che cosa significa oggi annunciare la risurrezione? Come si trasmette il senso di una vita cristiana partecipe della risurrezione di Cristo? Come far percepire e sperimentare l’evento inaudito di una vita risorta con Cristo in un mondo per lo più privo di sensibilità per la profondità e la drammaticità della condizione umana e per la sua apertura alla trascendenza e a Dio? È una sfida grande quella di oggi. Che non riguarda solo i ministri ordinati, come un Parroco, ma riguarda tutti i credenti, perché è una questione di fede. Come continuare a credere?

Questa domanda è posta a p. Giancarlo e a tutti voi, cari fratelli e sorelle, all’inizio del suo nuovo ministero come Parroco di questa comunità. Abbiamo fede certa che non gli mancherà la presenza del Signore, la forza del suo Spirito e il sostegno della Chiesa, a cui egli corrisponderà con impegno e generosità. A voi tutti è affidato il compito di lasciarvi guidare, ma anche di partecipare e collaborare con quel senso di responsabilità che rende tutti in vario modo attivi i membri di una comunità parrocchiale.

Questo augurio e questa preghiera lascio a lui e a voi, grato al Signore del tratto di strada che da oggi ci chiede e ci invita di percorrere insieme.