Lettera all’Azione cattolica diocesana (08/12/2016 – Latina)

Lettera del vescovo Mariano Crociata al presidente diocesano Alessandro Mirabello, ai reverendi Assistenti diocesani e a tutti i Soci dell’Azione Cattolica Italiana della Diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno (Latina, 8 dicembre 2016)

Caro Presidente,

in questo luminoso giorno dell’Immacolata, nel quale si rinnova in tutte le comunità parrocchiali la Festa dell’adesione all’Azione Cattolica, due circostanze mi spingono a rivolgere all’associazione diocesana una parola di augurio e di incoraggiamento. Nei prossimi mesi si terrà l’assemblea elettiva per il rinnovo delle cariche diocesane, dopo la serie delle assemblee parrocchiali già in corso da qualche settimana; l’anno prossimo, poi, ricorre il 150° anniversario della nascita dell’Azione Cattolica Italiana. Il passaggio associativo e l’importante ricorrenza sollecitano insieme senso di gratitudine e riflessione sull’impegno futuro dei gruppi e dei singoli soci. La gratitudine va alla generosa partecipazione di tanti che hanno reso ricco, lieto e accogliente il volto della nostra Chiesa; la riflessione sollecita a soffermarsi sul senso degli impegni che ci attendono.

Insieme a una lunga e significativa storia, l’Azione Cattolica porta con sé il carico di una responsabilità che lo stesso magistero non ha esitato a riconoscerle e in più occasioni a riaffidarle. Penso in primo luogo al Concilio Vaticano II e poi agli interventi dei Pontefici che si sono succeduti fino a papa Francesco. Anche i Vescovi italiani non hanno mancato di far sentire a più riprese la loro voce.

Alla luce della storia e del magistero che l’hanno accompagnata, l’Azione Cattolica deve chiedersi quale sia il compito che il Signore oggi le consegna. Sono sicuro che va in tal senso il lavoro di discernimento che l’associazione sta compiendo. Un contributo al riguardo proviene dalla considerazione del ruolo del laicato nella Chiesa e nella società. L’insistenza del Concilio e dei Papi su tale ruolo attende, infatti, puntuale attualizzazione.

Essa richiede una formazione sempre più completa e rigorosa di ciascun socio, poiché senza una consapevolezza adeguata e la coerenza della vita sarà difficile vedere crescere laici all’altezza della loro missione. Se è vero che non mancano donne e uomini che si dedicano ad acquisire una competenza accademica in teologia o in scienze religiose, o che si impegnano con senso di professionalità nel servizio caritativo e nel volontariato, come pure in altri ambiti della vita ecclesiale, nondimeno è pure vero che la maggior parte dei nostri fedeli laici rimane esclusa da tali opportunità. È questa la ragione per la quale sembra necessario individuare e indicare altre possibili modalità.

Insieme a quella delle comunità parrocchiali e delle altre aggregazioni ecclesiali, l’iniziativa che l’Azione Cattolica deve mettere in campo presenta caratteristiche che meritano particolare attenzione, e questo a motivo della sua natura di associazione che si pone «in diretta collaborazione con la Gerarchia, per la realizzazione del fine generale apostolico della Chiesa» e poi ancora per l’assiduità del cammino di formazione e di servizio che essa assicura e richiede ai suoi soci. Ciò che sta a cuore all’associazione è la missione della Chiesa nella sua interezza così come i pastori la propongono alla totalità del popolo cristiano. Perciò essa si adopera in tutti i modi per formare cristiani consapevoli in grado di prestare collaborazione qualificata alle attività della comunità ecclesiale e di rendere testimonianza coerente e creativa della fede cristiana in ogni ambito della vita familiare, professionale e sociale. Così facendo essa viene a costituire una sorta di piccolo “seminario laicale” per quanti ne avvertono la necessità e liberamente entrano a farne parte. Sembra allora che oggi in modo particolare l’associazione deve sentire come propria peculiare responsabilità favorire il sorgere di una nuova generazione di credenti protagonisti attivi della vita e della missione della Chiesa nella nostra società.

Questo impegno risponde a due precise esigenze: promuovere lo sviluppo di un laicato credente sempre più vivo, convinto e coerente; rinsaldare le comunità parrocchiali così che divengano, nell’unità della fede e della carità, soggetto comunitario di presenza e di testimonianza nell’orizzonte ecclesiale e nello spazio sociale. A tale scopo può risultare istruttivo il cammino che stiamo compiendo come Chiesa particolare: protési verso l’annuncio e la testimonianza della nostra fede, vogliamo coltivare il duplice ascolto di Dio e dell’altro, per lasciarci plasmare dalla Parola divina e non temere di farci interrogare nell’ascolto e nell’accoglienza da quanti ci vivono accanto e aspettano da noi attenzione, parole e gesti all’altezza delle loro attese. Educare all’ascolto di Dio e dei fratelli per rendere presente con la parola e con la vita il Vangelo di Cristo nel tessuto sociale del nostro territorio: questo è il servizio speciale che l’Azione Cattolica potrebbe rendere alla nostra Chiesa particolare, sempre in armonia con il cammino dell’associazione nel suo respiro nazionale. Non mancano ostacoli e difficoltà, ma nemmeno una fondata speranza. Nulla deve impedire il perseguimento di un tale progetto.

La prossimità della festa del Natale del Signore mi offre l’occasione di far giungere ad ogni socio di Azione Cattolica l’augurio più affettuoso unito alla benedizione perché la presenza del Figlio di Dio in mezzo a noi sia, nel nuovo anno, fonte di gioia serena e di fedele impegno.

16-12-2016