Papa Francesco ha scritto una lettera ai detenuti della carcere di Latina. La missiva è stata consegnata oggi pomeriggio a Nicola Cupaiolo, cappellano della casa circondariale, da un “inviato” molto speciale, cioè lo stesso segretario particolare del Santo Padre, monsignor Yoannis Lahzi Gaid, che conosce Latina per averci prestato servizio molti anni come viceparroco a Santa Domitilla. All’apprendere la notizia, il vescovo monsignor Mariano Crociata, a nome suo personale e dell’intera comunità diocesana, ha espresso gioia e gratitudine per un gesto di squisita attenzione del Santo Padre nei riguardi dei circa 120 detenuti della struttura del capoluogo, di cui 30 sono le donne recluse nella sezione di Alta sicurezza, per reati come il terrorismo oppure di mafia.
Con questo scritto il Papa – come lui stesso ha spiegato – ha risposto a numerose lettere dai detenuti del “carcere di Latina” chiedendo anche di considerarlo una risposta personale a ciascuno di loro. «L’augurio che «le ore, i giorni, i mesi e gli anni passati o che state trascorrendo in codesta casa circondariale di Latina, vengano visti e vissuti non come tempo perso o come una temporanea punizione ma come un’ulteriore occasione di autentica crescita per trovare la pace del cuore e la forza per rinascere tornando a vivere la speranza nel Signore che non delude mai», ha scritto il Papa.
La missiva è stata accompagnata anche dal dono di un nuovo Messale, «affinché scopriate nella Santa Messa la traccia del cammino quotidiano con il Signore che è il medico efficace delle vostre ferite, l’amico fedele di ogni giorno e il nutrimento necessario per sostenere quel cammino di salvezza e di liberazione che nemmeno le sbarre del carcere possono impedire». Da ultimo una richiesta a cui Bergoglio ci hai ormai abituati: «Per favore, pregate per me!», accompagnata dalla sua firma autografa: «Franciscus». Solo questa.
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