Nominati i nuovi cinque vicari foranei, il vescovo Crociata oggi ha firmato i decreti

sacerdoti celebrazione

Oggi 14 settembre, nella festa dell’Esaltazione della Croce, il vescovo Mariano Crociata ha firmato i decreti di nomina dei nuovi vicari per le cinque foranie in cui sono divisi i 17 Comuni della Diocesi pontina. A questo importante servizio sono stati chiamati: don Gianni Toni (Latina e borghi), don Giuseppe Fantozzi (Terracina), don Gianmarco Falcone (Sezze), don Giovanni Gallinari (Priverno) e don Patrizio Di Pinto (Cisterna). Sono tutti alla prima nomina tranne il riconfermato don Gallinari a Priverno. L’incarico avrà una durata di cinque anni a partire dal prossimo 1° ottobre.

Nelle scorse settimane i sacerdoti di ciascuna forania si sono riuniti in assemblea per discutere e votare la terna di nomi da sottoporre al Vescovo per la scelta del vicario foraneo. I presbiteri individuati sono tutti di grande esperienza pastorale. Don Gianni Toni (70 anni d’età), parroco di Santa Domitilla a Latina, è anche assistente regionale dell’Unitalsi; don Giuseppe Fantozzi (59), è delegato episcopale per la Vita consacrata ed è anche parroco a Le Fiora e il Frasso (Sonnino); don Gallinari (75) è lo storico parroco della concattedrale di Priverno; don Patrizio Di Pinto (67), dopo anni a Latina è ora parroco di Santa Maria a Cisterna, tra l’altro è l’organizzatore del pellegrinaggio annuale del clero. Invece per la forania di Sezze la scelta è ricaduta sul 36enne don Gianmarco Falcone, con 11 anni di sacerdozio, parroco di Sezze Scalo e vice cancelliere vescovile.

Quello del vicario foraneo è un incarico delicato, poiché deve essere «capace di promuovere e ben dirigere la pastorale organica del territorio a lui affidato», come è spiegato nel Direttorio per il ministero pastorale dei Vescovi, dove si parla anche di «ufficio sopraparrocchiale». Ciò risalta proprio il particolare legame di fiducia e collaborazione che deve esistere tra il Vescovo diocesano e il vicario foraneo poiché quest’ultimo «ha l’onere della vigilanza, ma anche quello di una vera sollecitudine apostolica, come animatore della vita del presbiterio locale e coordinatore della pastorale organica a livello foraniale».