La famiglia, luogo privilegiato in cui si impara a diventare persone

Una importante riflessione sul senso della famiglia oggi. L’occasione è stata la Messa celebrata oggi pomeriggio dal vescovo Mariano Crociata nell’abbazia di Fossanova, in occasione della festa della Santa Famiglia di Nazaret.

Momento particolare perché alla celebrazione hanno partecipato anche i soci della Compagnia dei Lepini, la società consortile costituta da vari Comuni laziali, insistenti nel comprensorio dei Monti Lepini, che ha l’obiettivo della promozione e sviluppo di questo territorio. Rivolgendosi proprio a costoro, Crociata ha auspicato che il convocarsi da parte loro «in una celebrazione eucaristica esprime la coscienza di una esigenza che anima il vostro lavoro comune».

Tuttavia, ha continuato il Vescovo, «oso pensare che ciò di cui si tratta in una celebrazione eucaristica come questa abbia a che fare con quanto avete in animo di operare come Compagnia dei Lepini. Perciò auspico che ne prendiate coscienza e ne assumiate i propositi conseguenti. A questo scopo è bene riflettere insieme sul fatto che non si viene in chiesa a partecipare alla S. Messa per sentirsi semplicemente approvati nei propri buoni propositi, quando ci sono».

Circa il tema della festa liturgica, ha spiegato il Vescovo: «Ciò che il Signore ci vuole far capire, attraverso le pagine della Scrittura che abbiamo ascoltato, è che la famiglia non è una prigione, un mondo chiuso nel quale le persone esauriscono la loro vita e la loro funzione dentro un circuito isolato dal resto del mondo e della vita. La famiglia è il luogo in cui si impara a diventare persone, per comprendere la propria missione nella vita». Certo, c’è da riconoscere le varie tendenze che si oppongono all’insegnamento evangelico e anche umano che viene dalle letture della Messa. Tra queste, Crociata ne ha evidenziate due: «La prima è quella che fa del figlio un oggetto del desiderio dei genitori, se non addirittura solo della donna. L’altra tendenza è quella a privilegiare nel rapporto con i figli la sola dimensione affettiva, trascurando quella educativa».

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