Il monastero a Cori della comunità monastica Mar Musa al-Habashi continua a dare frutti nelle vocazioni alla vita consacrata. Giovedì scorso il vescovo Mariano Crociata ha benedetto la professione perpetua di suor Friederike Graefe, accompagnata in questo momento dalle consorelle e dai confratelli giunti anche dai monasteri della Siria e dell’Iraq. «La consacrazione monastica di suor Friederike – con la storia del suo cammino vocazionale personale e con la storia e l’identità della comunità nella quale si consacra – è un segno consolante e incoraggiante per tutti, che il Signore è con noi, più forte di tutte le intemperie, dominatore di tutto ciò che può minacciare la nostra vita e il nostro destino, certi come siamo che essi sono saldamente afferrati e tenuti dalla sua mano», ha spiegato il vescovo Crociata nella sua omelia, il quale ha confermato – anche con la sua presenza – la piena e fattiva vicinanza della diocesi pontina alla comunità monastica.
Suor Friederike, di origine tedesca, ha conosciuto nel 2008 la comunità fondata da padre Paolo Dall’Oglio dopo una visita al monastero (Deir) Mar Musa a Nebek, in Siria. Dopo due anni di personale discernimento è tornata a Deir Mar Musa. Nel 2011 è entrata nel noviziato a Deir Mar Elian (Qaryatayn, distrutto nel 2015-2016); dal 2013 vive a Deir Maryam, nel Kurdistan iracheno.
Un’atmosfera di raccoglimento e gioia ha contraddistinto la celebrazione. Suor Carol Cook Eid, responsabile del monastero di Cori, ha spiegato: «Come comunità monastica ci sentiamo molto ben accolti dalla comunità parrocchiale di Cori, dall’attenzione paterna del nostro vescovo Mariano Crociata e dall’affetto e dalla solidarietà di tanti amici. Per tutto questo ringraziamo il Signore. La consacrazione di suor Friederike è per noi un grande dono e un segno di speranza, particolarmente in questo periodo attuale; insieme all’incoraggiamento di papa Francesco ci conferma nell’impegno per la pace, la giustizia e la riconciliazione. Invitiamo tutti a pregare per noi e con noi per le vocazioni alla santità nella vita consacrata e laica, nell’impegno per il bene comune dell’umanità».
Non è stato causale il riferimento al Santo Padre perché proprio la scorsa settimana ha ricevuto in udienza privata i consacrati di Mar Musa presenti in questi giorni a Cori. «Il Signore ci ha fatto il grande dono di incontrare papa Francesco, il quale ci ha accolto con semplicità e affetto, e ci ha ascoltato attentamente e a lungo», ha spiegato suor Carol, «tra le tante cose che ci ha detto, tre ci sono rimaste impresse in modo particolare: “Di fronte alle armi nel mondo, le nostre armi sono la preghiera, il perdono, l’umiltà, l’intercessione, il sacrificio”; “Vi invito a perdere tempo nella preghiera”; “Davanti alla vostra fede, alla vostra testimonianza, mi sento molto piccolo”. È stato un incontro molto arricchente per noi».