Firenze 2015, verso il convegno ecclesiale nazionale. I vincitori del concorso «Voglio una vita…» e il video della Caritas

Lunedì mattina la delegazione della diocesi pontina arriverà a Firenze per partecipare al convegno ecclesiale nazionale su «In Cristo Gesù il nuovo umanesimo» (9-13 novembre). Il vescovo Mariano Crociata nei mesi scorsi ha nominato la Commissione diocesana i cui componenti, guidati da lui stesso, parteciperanno al convegno: don Paolo Spaviero (coordinatore), don Fabrizio Cavone, diacono Gianni Maiorino, Tatiana Falsini, Sabrina Fieni, Angelo Raponi, Alessandro Mirabello.

Durante questo importante appuntamento, la diocesi pontina condividerà con il resto della chiesa italiana due iniziative riguardanti il tema del convegno.

La prima. Nei giorni scorsi si è concluso il concorso “Voglio una vita…” rivolto ai giovani della diocesi in vista del convegno nazionale. Per due diverse categorie i premi andranno al gruppo Giovanissimi della parrocchia di Santa Rita (Latina) e all’Azione cattolica “Giovani” diocesana; entrambi i gruppi si sono guadagnati un buono spesa da 200 euro presso un negozio di commercio equo e solidale. «I gruppi hanno risposto agli interrogativi che avevamo proposto per raccontarci la loro esperienza con quelli che noi abbiamo chiamato “Capolavori di umanità”, cioè di tradurre questa esperienza con la loro creatività», ha spiegato don Paolo Spaviero, «in particolare, i ragazzi di Santa Rita hanno girato e montato un video sulla storia di una ragazza dei nostri tempi che alla fine scopre come il Signore può cambiare le nostre vite. I giovani dell’Ac diocesana, invece, hanno realizzato un video con le foto del loro campo in cui hanno lavorato sui cinque verbi della Traccia del convegno».

La seconda. La Caritas diocesana ha realizzato un documentario dal titolo «L’uomo dietro l’uomo», scritto e diretto da Gloria Giordani con la fotografia di Simone Andriollo (Senape Production). Seguendo proprio le indicazioni della Traccia del convegno, il documentario racconta il lavoro svolto quotidianamente dagli operatori e volontari nella mensa della Caritas o nel centro di ascolto in diocesi. I protagonisti non sono tanto le persone che usufruiscono dei servizi quanto gli stessi operatori e volontari della Caritas, i quali fanno capire come il loro impegno, alla luce della Fede, abbia cambiato in meglio la loro stessa esistenza.

Riguardo al convegno stesso sono tante le aspettative, anche se «l’intento di fondo è far sì che questo momento non rimanga confinato ai soli addetti ai lavori: la sfida è quella di “uscire” dai luoghi fisici dove si terrà il convegno e soprattutto dalla cerchia di chi si sente già parte della famiglia della Chiesa, per interpellare anche il mondo laico e gli uomini della cultura, del lavoro, dell’economia, della politica e di ogni altra realtà civile e sociale che comprenda l’importanza del tema», ha concluso don Paolo.