Caritas contro il lavoro nero e lo sfruttamento nelle campagne pontine, le proposte operative

Una vera e propria denuncia quella lanciata della Caritas diocesana pontina, insieme all’associazione Progetto Diritti e con il contributo Comitato Singh Mohinder, circa la gravità della situazione in cui versano i braccianti agricoli della zona pontina. Se ne è discusso in un convegno tenuto oggi pomeriggio presso la Curia diocesana che ha centrato la discussione su “Lavoro nero, tra sfruttamento e caporalato nelle campagne pontine” e da cui sono state lanciate importanti proposte per risollevare le condizioni degli sfruttati.

I lavori sono stati introdotti dal vescovo Mariano Crociata, il quale ha rimarcato l’interesse della Chiesa a occuparsi delle condizioni dell’uomo, specie se vessato nel mondo del lavoro: «La Chiesa non ha il compito di risolvere i problemi sociali dell’epoca in cui vive; la sua è una missione pastorale, di evangelizzazione e di comunicazione della fede in Cristo per la salvezza di tutto l’uomo e di ogni uomo. Proprio nello svolgimento della sua missione essa annuncia la grandezza e la dignità di ogni essere umano, in quanto persona creata a immagine e somiglianza di Dio. È la natura stessa della sua missione, allora, che richiede l’attenzione al rispetto e alla difesa di ogni esistenza umana, in modo particolare di quella più debole e più esposta alla prevaricazione del più forte» (alla fine dell’articolo cliccare sull’apposito link per scaricare l’intero saluto del Vescovo, ndr).

Sul ruolo della Chiesa locale rispetto al tema del convegno, ma anche agli altri problemi sociali, il vescovo Mariano ha precisato: «Non amiamo le denunce recriminatorie né i proclami retorici; non siamo contro qualcuno; cerchiamo piuttosto un futuro migliore per tutti. Il nostro desiderio non è vedere qualcuno condannato o messo alla gogna, bensì molti, bisognosi di rispetto, riscattati e restituiti a relazioni sociali degne della persona umana. Sono fiducioso che questo momento di riflessione porterà frutto in tale direzione».

Una fiducia ben riposta poiché proprio le risultanze di questo convegno-tavola rotonda – anche in termini di esperienza – saranno usate per rappresentare il Lazio nel prossimo rapporto nazionale di Caritas-Migrantes, ha spiegato Angelo Raponi, segretario della Caritas diocesana. Oltretutto, lo stesso prefetto di Latina Antonio D’Acunto, nel suo indirizzo di saluto ha evidenziato il percorso virtuoso intrapreso fino ad ora per andare incontro ai bisogni di questi lavoranti e nel far rispettare la legalità; da parte sua ha ringraziato per il «sostegno morale», citato anche dal vescovo, alle istituzioni.

Circa le conclusioni finali, queste sono sei proposte operative che si ritengono utili per contrastare efficacemente il fenomeno:

  1. coinvolgimento, all’interno della Task Force creata dal Prefetto di Latina, delle realtà associative che operano sul tema dell’immigrazione, per portare quel contributo fattivo che il Prefetto ha, recentemente, dichiarato di aspettarsi dal terzo settore e che ritiene essere determinante per una risoluzione del problema;

  2. creazione di un Tavolo permanente coordinato dalla Regione Lazio nel quale siano coinvolti i rappresentanti istituzionali dei comuni interessati al problema, il Questore, il Prefetto, i rappresentanti territoriali delle forze dell’ordine (Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale), i sindacati, le organizzazioni di categoria degli imprenditori agricoli e le realtà del terzo settore che operano in favore degli immigrati;

  3. apertura di uno sportello di informazione legale in India e nel Bangladesh, nelle zone con alto tasso di emigrazione verso l’Italia, che possa offrire consulenza a coloro che intendono migrare verso il nostro Paese per aumentare la consapevolezza degli emigranti sulla realtà lavorativa e sociale che troveranno nel nostro Paese e, per ridurre il rischio di finire preda di intermediari senza scrupoli che si muovono nelle pieghe di un sistema normativo italiano che va sicuramente corretto per l’aspetto che riguarda l’ingresso in Italia degli stranieri per lavoro subordinato;

  4. collaborazione tra le realtà del terzo settore e quelle imprese virtuose presenti sul nostro territorio al fine di incentivare forme di agricoltura sociale che, grazie al finanziamento da parte degli enti territoriali interessati (Regione Lazio e Provincia di Latina) possa garantire il reinserimento lavorativo per quegli stranieri che hanno avuto il coraggio di denunciare i loro sfruttatori;

  5. rafforzamento in termini di risorse umane e finanziare, dello Sportello unico per l’immigrazione di Latina e dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Latina, per adeguarne l’attività alla sempre crescente presenza di cittadini stranieri nella Provincia di Latina e alle numerose problematiche che essa comporta

  6. impegno del parlamento ad una modifica del Testo Unico per l’immigrazione, in particolare di quelle norme che regolano l’ingresso in Italia per motivi di lavoro subordinato che, purtroppo, rischiano di favorire le situazioni di sfruttamento descritte.

Tesi, quelle di cui sopra, cui è stato dato l’importante contributo scaturito dalla discussione dei partecipanti alla tavola rotonda: Khalid Chaouki – Membro della Commissione Esteri della Camera dei Deputati; Rita Visini – Assessore alle Politiche Sociali della Regione Lazio; Daria Monsurrò – Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Latina; Mario Angelelli – Presidente di Progetto Diritti; Saverio Viola – Direttore provinciale Coldiretti Latina; Eugenio Siracusa – Segretario organizzativo Flai-Cgil Latina; Marco Omizzolo – Direttore editoriale di ISTISSS – Responsabile scientifico dell’associazione “In Migrazione”. I lavori sono stati introdotti da Elio Zappone, Sportello legale Immigrati della Caritas diocesana di Latina, gestito in collaborazione con Progetto Diritti, mentre la moderazione è stata affidata ad Arturo Salerni (Comitato Singh Mohinder per la tutela dei lavoratori stranieri vittime di infortuni sul lavoro). Particolare commozione ha destato il brano tratto dal documentario «Padrone bravo», prodotto dalla Cooperativa Parsec, sulla condizione di sfruttamento dei migranti nell’Agro pontino, proiettato in apertura dei lavori.