Come distinguere la volontà di Dio e metterla in atto. Al via il doppio convegno sul discernimento

Sarà dedicata al discernimento personale e comunitario la terza tappa assembleare prevista dagli orientamenti pastorali per l’anno in corso. L’appuntamento, in agenda già da tempo, è per giovedì 5 e venerdì 6 febbraio prossimi, in Curia vescovile, a partire dalle 17,30. Dopo i due precedenti convegni, celebrati rispettivamente a settembre e a novembre, quello in programma nei prossimi giorni rappresenta in un certo senso il necessario «punto di arrivo». In effetti, il tema unificante dell’ascolto – all’insegna dello slogan lanciato dal vescovo Mariano Crociata con la sua prima lettera pastorale alla diocesi: «Incontrare Gesù Parola di Dio: ricominciamo dall’ascolto» – ci ha indotti a riflettere dapprima sulla necessità di rimettere al centro della nostra vita personale ed ecclesiale la persona stessa di Cristo, Parola di Dio divenuta carne (la relazione di monsignor Crociata a settembre). Siamo stati quindi chiamati a riscoprire la Sacra Scrittura come testo da pregare, come Parola capace di illuminare la nostra vita di credenti e la missione delle nostre comunità, in particolare attraverso l’esercizio della Lectio divina (le relazioni di padre Bruno Secondin e della biblista Rosanna Virgili a novembre).

Adesso, finalmente, si tratterà di comprendere in che modo la Parola – proclamata e ascoltata, pregata e meditata – è in grado di educarci a quello che è fra tutti il compito più importante e a un tempo stesso più difficile: il compito, o meglio l’«arte» di «discernere», vale a dire di distinguere la volontà di Dio e di metterla in atto, anche adesso sul duplice versante della vita del singolo credente e della comunità cristiana. Indicativo, in tal senso, il titolo stesso del convegno, tratto da San Paolo: «Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono».

Verranno in aiuto, in qualità di relatori, il carmelitano padre François–Marie Lethel, che giovedì sera affronterà «Il discernimento spirituale personale», e monsignor Nazzareno Marconi, che ascolteremo invece venerdì sul tema «Discernere insieme i segni dei tempi». Il francese Lethel, professore di teologia dogmatica e spirituale presso la Facoltà teologica «Teresianum» di Roma e in vari altri centri di formazione accademica dell’Urbe, è un esperto di fama internazionale sulla cosiddetta «teologia dei santi», intendendo con ciò quella «teologia esistenziale» ispirata ai santi dall’incontro personale con Dio nella preghiera e nell’ascesi. Proprio su questo così affascinante Lethel difese infatti la propria tesi dottorale nel 1989 a Friburgo, in Svizzera, sotto la direzione di Christoph Schönborn, attuale cardinale di Vienna. Tra i suoi santi «preferiti» Massimo il Confessore, Teresa di Lisieux, Luigi Maria di Monfort, Gemma Galgani.

Nazzareno Marconi, invece, è stato lungo parroco nella diocesi umbra di Città di Castello, docente di esegesi dell’Antico Testamento all’Istituto teologico di Assisi e, fra il 2002 e il 2013, rettore del Pontificio seminario regionale dell’Umbria. Il 3 giugno dello scorso anno, infine, papa Francesco lo ha nominato vescovo della diocesi di Macerata, nelle Marche. La sua cospicua bibliografia dimostra un interesse costante per i temi della vocazione e dell’accompagnamento spirituale, dell’amore e della , dei giovani e del ministero ordinato alla luce della Bibbia, e testimonia al contempo lo sforzo di coniugare studio scientifico della Sacra Scrittura e impegno pastorale.

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