Questo pomeriggio, nella basilica romana di san Francesco a Ripa, si è tenuta la celebrazione conclusiva del quarto centenario della nascita di san Carlo da Sezze, che in questa chiesa tra l’altro ha trovato sepoltura. Il religioso francescano di origine setina nacque nel 1613, dopo l’ingresso nell’Ordine dei Frati minori fu destinato a vari conventi del Lazio, fino a quando approdò in quello della Capitale dove rimase fino al termine della sua vita terrena nel 1670. Sapeva appena leggere e scrivere, eppure ebbe il dono del consiglio e della scienza infusa tanto che lasciò numerose opere di tipo ascetico-letterario. Nell’ottobre 1648, ascoltando la Messa nella chiesa di San Giuseppe a Capo le Case in Roma, al momento dell’elevazione, ricevette dall’Ostia divina una ferita di amore al petto.
A presiedere la celebrazione Eucaristica lo stesso vescovo Mariano Crociata, pastore della diocesi in cui il santo setino è nato e cresciuto spiritualmente, il quale ha ricordato che «siamo invitati a ripercorrere il cammino che ha condotto san Carlo da un convento all’altro, come stazioni di una ideale via che conduce a Dio. Sono stazioni contrassegnate dai servizi più umili, propri di uno che aveva abbracciato con convinta determinazione quella che riconosceva come peculiare chiamata del Signore».
Circa la spiritualità di san Carlo, al secolo Giancarlo Marchionne, il vescovo Mariano ha spiegato: «Il suo segreto intimo consisteva nella unione con il Signore, vera fonte di vita per la sua persona e per tutto il suo agire (cf. Gv 15,1-10). Questa ricca interiorità piena di comunione divina trabocca, senza poter essere contenuta, nelle sue parole e nei suoi scritti, nati non da un sapere imparaticcio, ma da una sapienza del cuore scaturita dalla fonte divina dello Spirito. Egli è un modello di come la carità, dono divino, si manifesta non in opere straordinarie e travolgenti, ma nell’umile ricerca del bene».
Al termine della celebrazione il gruppo Vocalia Consort ha tenuto il concerto “La musica sacra ai tempi di san Carlo da Sezze”.
In basso il link per scaricare il testo dell’omelia del vescovo Mariano Crociata: