Nei giorni scorsi il vescovo Mariano Crociata ha diffuso il suo Messaggio per l’Avvento, pubblicato sul canale YouTube della diocesi di Latina, in cui ha accennato anche al tema del volontariato. Un passaggio che ha suscitato interesse da più parti con la richiesta di ulteriori approfondimenti. Monsignor Crociata ne ha parlato proprio ieri, al ritiro mensile del clero pontino.
Su questo tema, dunque, il vescovo Crociata ha rilasciato la seguente dichiarazione al termine della quale sono offerte alcune indicazioni pratiche:
«Nel messaggio per l’Avvento di quest’anno ho scelto di suggerire, tra gli altri impegni per una intensificazione della vita cristiana, la riscoperta e il rilancio del volontariato. L’indicazione nasce da una serie di motivazioni, e in particolare dalla considerazione della situazione spirituale e morale, ma forse anche psicologica, nella quale la persistente diffusione della pandemia ha gettato la nostra collettività da un bel po’ di mesi. C’è un clima depresso che tende ad affermarsi e uno dei segnali si riscontra proprio nella riduzione della prestazione di servizi e collaborazioni volontarie, non solo negli ambienti ecclesiali, ma anche nei vari settori della vita sociale. Simile riduzione non è solo un danno, ma il sintomo di un malessere più grave.
Siamo ancora nel bel mezzo della diffusione del contagio e non possiamo ancora dire quando ne saremo fuori; per quanto presto questo possa verificarsi – come auspichiamo –, il tempo non sarà breve. Ma poi, la fine dell’epidemia sarà solo la vittoria sul virus, ma non la fine dei problemi, perché si manifesteranno proprio allora i suoi effetti più gravi sul piano economico e sociale. Il clima depressivo che si va diffondendo potrebbe deteriorarsi e ulteriormente degenerare. Bisogna cominciare da ora a mettere in atto i rimedi necessari e inserire gli anticorpi capaci di generare un desiderio di contrastare la tentazione di abbandono e di deperimento, e risvegliare la volontà di una ripresa di slancio della vita personale e comune seppure mutata rispetto a prima.
È in gioco, per tutti, lo spirito vitale, non solo in termini di sopravvivenza, ma soprattutto nella tensione verso il futuro e nella progettazione operosa della sua felice riuscita. Ciò per un credente rappresenta una grazia e un dovere, allo stesso tempo. Il futuro è un dono di Dio per accogliere la sua signoria sul mondo e sulla storia, e perciò anche dovere e impegno per contribuirvi con tutte le proprie forze. Il pericolo più grande è rappresentato, per tutti, dalla paura e dal ritirarsi nel privato fino ad adagiarsi in una sterile inerzia.
Il volontariato rappresenta una possibilità di vita migliore e di bene non solo per chi ne riceve i servizi, ma prima ancora per chi li svolge. È un modo sorprendente di risvegliare energie spirituali e morali, psichiche e anche fisiche, che stanno racchiuse dentro di noi, ma sono destinate a disperdersi se non vengono investite e messe a frutto.
Sono diversi gli ambiti in cui il volontariato può esprimersi.
Il primo è quello delle occupazioni ordinarie, di lavoro in famiglia o nei vari settori di impiego. La prima e più alta forma di volontariato è dare qualità al proprio lavoro e alle proprie occupazioni quotidiane. Dare qualità significa metterci passione e tendere all’eccellenza dei risultati e dei prodotti.
Un secondo ambito è quello dei servizi sociali, la cui vastità è pressoché illimitata, sia in ambito ecclesiale sia in ambito civile. Non c’è bisogno di etichette per prestare aiuto e servizio alla persona: in famiglia, nel vicinato, nel quartiere, nella città. Non ci sono limiti alla creatività del servizio, perché non ci sono limiti alla varietà dei bisogni delle persone: dal cibo al vestiario, dalla cura della salute al sostegno di fronte alle conseguenze di una malattia, dalla casa all’igiene, dall’accompagnamento nel disbrigo di pratiche al reperimento dell’aiuto economico in senso stretto.
Un terzo ambito di servizio volontario è quello che si dirige ai bisogni relazionali e culturali della persona: il contrasto alle diverse forme di povertà educativa e alle difficoltà scolastiche, specialmente in questa fase di generalizzato disorientamento organizzativo. Ma non va dimenticata la dimensione relazionale e affettiva del bisogno, soprattutto nel caso di persone anziane e sole, per le quali il gesto di portare qualcosa o fare una telefonata assume un grande valore.
Il volontariato richiede sempre più competenza e qualificazione. La disponibilità al servizio abbraccia anche la volontà di prepararsi e di mettersi nelle condizioni di essere effettivamente di aiuto.
Non è più possibile solo rivendicare diritti e pretendere che qualcuno assolva alle incombenze necessarie perché siano rispettati. C’è bisogno dello sforzo di tutti per aiutarci a trovare risposta alle nostre esigenze. Senza la generosità e la reciprocità dell’aiuto personale e sociale, staremo tutti sempre peggio».
La Caritas Diocesana ha attivato la casella di posta elettronica volontariato@caritaslatina.it per raccogliere le adesioni, e provvederà ad inoltrarle agli Enti e Associazioni interessate.
Ecco le proposte:
- Volontariato “sociale”: in famiglia, nel vicinato, nel quartiere, in città.
Dove:
- la mensa della Caritas Diocesana a Latina e le altre mense parrocchiali e cittadine a Cori, Cisterna e Terracina;
- le Caritas Parrocchiali della Diocesi, per la raccolta di alimenti e la distribuzione (anche a domicilio) alle famiglie in difficoltà, e per i contatti con le persone (anziani, persone sole, in quarantena…) a cui offrire supporto (telefonico, compagnia, piccoli interventi di sostegno…).
- Volontariato verso i bisogni culturali: per i bisogni educativi scolastici dei ragazzi.
Dove:
- alcune parrocchie in cui è offerto il servizio del doposcuola;
- alcune associazioni del territorio, che lavorano con i minori in attività di doposcuola e di contrasto alla povertà educativa.
Altre possibilità e indicazioni saranno segnalate come saranno disponibili e attive.