Saluto alla presentazione del Progetto Presidio (20/12/2019 – Terracina)

20-12-2019
Saluto

alla presentazione del Progetto Presidio

Terracina, 20 dicembre 2019

+ Mariano Crociata

Il fenomeno dello sfruttamento lavorativo non è certo una scoperta recente; di sicuro l’immigrazione di manodopera da Paesi non soltanto extraeuropei ne ha portato in evidenza la consistenza, se non lo ha propriamente incrementato. La legislazione e le forze di polizia non hanno mancato in questi anni di stigmatizzare e di perseguire i responsabili di maltrattamenti gravi e intollerabili; nondimeno c’è un aspetto che rende il fenomeno difficile da sradicare, perché riguarda le radici culturali ed etiche e non coinvolge soltanto italiani ma purtroppo anche stranieri. Sta qui l’indicatore forse più profondo della complessità del problema.

Siamo qui a parlare di una iniziativa di Caritas italiana, che ha trovato seguito e attuazione anche nella nostra Diocesi e nel nostro territorio, che ha il merito di affrontare il problema nella logica che le appartiene, e cioè di alleviare il disagio delle persone sfruttate che possono essere raggiunte e di porre un segno che richiami l’attenzione delle istituzioni e della pubblica opinione. Il contributo più grande che possiamo dare non è solo il sollievo, spesso vitale per i lavoratori che si rivolgono al servizio, ma è anche quello che possiamo qualificare, in senso lato, come educativo.

E di educazione abbiamo bisogno, se il nostro Paese – una patria del diritto, sia come diritto internazionale sia soprattutto come diritti umani, per non parlare degli organismi internazionali e delle loro dichiarazioni dei diritti umani universali –, conosce ancora fenomeni così vistosi come quelli che siamo qui a lamentare, con la palese negazione di fatto di quella universalità dei diritti e di ogni pretesa, in realtà solo retorica, uguaglianza. Siamo lontani da una coscienza civile davvero condivisa e attestata nei fatti circa la dignità di ogni singola persona umana.

Sono grato a quanti operano nel Progetto Presidio e spero che questo convegno contribuisca a far crescere l’avvertenza pubblica circa la gravità del problema, la sofferenza di tanti nostri simili, la necessità di cambiare registro nelle nostre relazioni interpersonali e nella gestione istituzionale di tale drammatica questione sociale. L’augurio si sostanzia con la volontà di portare avanti il servizio e di rafforzarlo con gli strumenti e le iniziative che si pongano nella logica della testimonianza caritativa della Chiesa, la quale evidentemente rimane aperta alla collaborazione con le istituzioni e con le espressioni della società civile che perseguono le medesime finalità di giustizia e di promozione della dignità umana.

 

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