Saluto a convegno su “Corpi sociali intermedi” di Forum 015 (27/03/2017 – Latina)

27-03-2017

SALUTO

Seminario sui Corpi sociali intermedi del “Forum 015”

27 marzo 2017

+ Mariano Crociata

Porto volentieri il mio saluto al vostro Seminario sui Corpi sociali intermedi frutto dell’iniziativa del “Forum 015”, che ho accompagnato fin dall’inizio nel suo percorso di riflessione e di impegno, condiviso da diverse associazioni a partire dal comune riferimento alla Dottrina sociale della Chiesa. E proprio il tema dei Corpi intermedi è presente in maniera significativa nell’insegnamento sociale della Chiesa almeno già dall’enciclica Rerum novarum di Leone XIII, richiamato poi ripetutamente negli interventi dei pontefici fino ad oggi.

Non avete bisogno che, in questo saluto iniziale, richiami la loro importante funzione nella dinamica complessiva del corpo sociale. Basti qui ricordare la loro essenziale finalità di servire la libera espressione dell’iniziativa sociale, economica, culturale e politica nelle aggregazioni costituite dai membri di una collettività che concordano di perseguire in forma associata i loro ideali e progetti di vita. In tal modo viene portato a concreta attuazione il principio di sussidiarietà, che garantisce il giusto equilibrio nel rapporto tra cittadino e stato, tra comunità originarie di persone e istituzioni, tra società e politica. Il tema presenta molteplici motivi di attualità e quasi di urgenza. Tra di essi, mi pare necessario segnalare l’evoluzione che i corpi sociali intermedi e la loro regolamentazione stanno sperimentando in questa fase della vita della nostra società, nella quale – ancor più in tempi di, sia pur criticata, globalizzazione – sembra affermarsi, in un contesto culturale pluralistico, quella che qualcuno chiama una organizzazione “poliarchica” della convivenza civile dal punto di vista delle dinamiche delle forze sociali e dei poteri. Un altro motivo tuttavia conferisce al tema un carattere quasi impellente. Esso è determinato da ciò che i sociologi indicano come processi di disintermediazione operanti in questa ultima fase della trasformazione della democrazia dei paesi occidentali – la cui manifestazione più vistosa va considerata la deriva – prima che la sua elaborazione politica, populistica, come effetto, appunto, di una tendenziale neutralizzazione delle possibili mediazioni tra esigenze della società e dei cittadini e funzionamento delle istituzioni, con il fenomeno ben riconoscibile del rapporto diretto tra leader e popolo o massa sociale, saltando appunto le varie forme di mediazione necessarie.

Non possiamo, però, ignorare che la stessa opera di mediazione attraverso i corpi intermedi ha conosciuto e conosce derive e vere e proprie deformazioni – per esempio in termini di corruzione o di condizionamento dei processi decisionali ed esecutivi fino ad un effetto di allentamento se non di paralisi – che ne snaturano l’identità e la funzione eminentemente sociale a servizio della libertà e della realizzazione della persona nella sua costitutiva relazione e interazione interpersonale. Per una efficace mediazione e per corpi intermedi efficienti abbiamo bisogno di cittadini consapevoli e responsabili, oltre che di dinamiche sociali che integrino in maniera ordinata le esigenze della sussidiarietà. In questo la Chiesa, guidata dal suo insegnamento sociale, è consapevole di avere una responsabilità specifica da esercitare e per essa si impegna insieme ai suoi fedeli e a tutte le persone che hanno a cuore il bene comune.

Sono fiducioso che il seminario di oggi porterà un contributo importante alla riflessione su questi temi e ad un risveglio di interesse e di partecipazione nei nostri territori.

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