OMELIA
Mercoledì, 14 febbraio 2018
Cattedrale, Le Ceneri
+ Mariano Crociata
Il tempo di Quaresima ci riporta prepotentemente al bisogno di conversione che agita sempre il fondo della nostra coscienza cristiana, inquieta perché appesantita dalla tiepidezza e dall’infedeltà verso il Signore. Abbiamo bisogno di tornare sempre di nuovo a Lui e di farlo in modo da aderire sempre di più e meglio al suo pensiero e alla sua volontà. «Ritornate a me con tutto il cuore», dice Gioele. E san Paolo invita: «lasciatevi riconciliare con Dio».
Ne abbiamo bisogno perché ne va della nostra vita: lontano da Lui siamo perduti, ci smarriamo e ci condanniamo da soli alla rovina. Ma «egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore». «Il Signore si mostra geloso per la sua terra e si muove a compassione del suo popolo». Egli è pronto, addirittura, a ricompensare, cioè a ridare vita e a colmare di bene e di grazia i suoi fedeli, se solo si disponessero a fare un passo. Egli è Padre e «vede nel segreto»: nel segreto del cuore e della coscienza, nel segreto del bene profuso solo per fede e per amore, senza chiasso.
Abbiamo bisogno di tornare a Dio per ritrovare noi stessi e per ritrovare la nostra fraternità. A volte – se non sempre – pensiamo che se non stiamo bene con noi stessi o se le nostre relazioni sono insoddisfacenti, è colpa degli altri; oppure ci illudiamo che con un po’ di sforzo e di buona volontà ce la facciamo da soli a cambiare la rotta e la qualità della nostra vita. E invece il tempo passa e noi non cambiamo, anzi facciamo sempre maggiore resistenza a cambiare. Forse ne avvertiamo il bisogno, avvertiamo un senso di insoddisfazione dentro di noi, ma non ci decidiamo a tornare al Signore e a metterlo al centro della nostra vita.
La cosa più difficile da capire e accettare riguarda proprio le nostre relazioni. La loro è una storia di ferite ricevute e inferte; e quando non ci sono state offese o rotture di particolare gravità, spesso è solo perché tutto è rimasto ad un livello superficiale, ci siamo rassegnati a preoccuparci di noi stessi e dei nostri interessi, senza veramente aprire il cuore, accogliere e fare parte della nostra vita ad altri. A volte si ha l’impressione che perfino le relazioni più intime, quelle davvero importanti per noi, siano in fondo corrose da un senso di estraneità insuperabile perché ognuno rimane chiuso in se stesso, senza riuscire a scalfire la scorza impenetrabile che ci siamo costruiti addosso.
Abbiamo bisogno di tornare a Dio per ritrovare noi stessi e ridare smalto alle nostre relazioni, a riscoprirci fratelli. Se dovessimo farlo solo da noi stessi, non riusciremmo a fare nessun passo; se, invece, ci lasciamo toccare il cuore dal Signore e ci apriamo a lui, allora anche il nostro stare insieme, in famiglia, nelle amicizie, nella comunità, può cambiare, prendere una piega nuova, che ci porta al largo del nostro egoismo e ci fa sperimentare la libertà di amare e di essere intimamente voluti bene. La Quaresima è il tempo giusto per chiederlo e provarci seriamente.