OMELIA
Pentecoste
Parrocchia S. Cuore, Latina, 31 maggio 2020
Celebrazione con Capi Scout e Masci
+ Mariano Crociata
Recentemente, in occasione della festa di S. Giorgio, ho avuto modo di raggiungervi con un messaggio che sottolineava l’importanza del compito formativo che a voi è affidato in maniera speciale. Sono contento di celebrare oggi insieme a voi la Pentecoste, tenendo fede a un appuntamento a cui teniamo, per attualizzare e approfondire quel messaggio. Non senza avervi prima espresso il mio invito accorato a portare avanti una vocazione e un impegno vitali sempre, ma oggi in modo speciale, per la Chiesa e per la società, quello dell’educazione delle nuove generazioni.
Vocazione e impegno per l’educazione si fondano su un processo incessante di autoformazione, che è la risposta personale a una chiamata che ultimamente il Signore vi ha rivolto. Dovete sapere di rispondere a Lui di ciò che voi siete e fate come capi ed educatori.
Oggi il Signore vi dona una luce ulteriore per il vostro cammino. Perché fare riferimento allo Spirito Santo significa riportare ordine nella vita personale, mettendo al suo centro l’interiorità. Tutto si diparte da ciò che anima la nostra interiorità, e cioè i nostri pensieri, le nostre intenzioni, i nostri sentimenti, le motivazioni, e quindi la libertà, la volontà, le scelte e le decisioni. La nostra è interiorità di credenti, cioè costitutivamente animata dallo Spirito. Lo Spirito ci abita, e con la finezza e delicatezza estreme che lo caratterizzano ci invita, ci sollecita, ci spinge. Ci vuole molta attenzione per imparare a diventare attenti, sensibili allo Spirito. Da questa sensibilità dipenderà l’effettività e la qualità della nostra autoformazione.
Raccogliendo l’eco delle letture, possiamo dire che la presenza dello Spirito in noi personalmente e come comunità ecclesiale ha un triplice effetto unificante. Farsi attenti e assecondare lo Spirito innanzitutto produce unità in ciascuna delle nostre persone. Noi sempre così lacerati e strattonati da mille richiami e aspirazioni, abbiamo soprattutto bisogno di diventare persone interiormente unificate, armoniche ed equilibrate, pacificati con noi stessi e capaci di trasmettere fermezza d’animo e determinazione.
L’azione dello Spirito ha ancora l’effetto di rendere possibile e facilitare la comprensione e la comunione tra le persone; egli è l’interprete che mette in comunicazione la varietà delle lingue che noi siamo, più di quanto non siano quelle che parliamo; perché è più facile tradurre lingue diverse che capirsi tra persone che usano le stesse parole ma pensando e volendo ciascuna una cosa diversa. Lo Spirito fa unità tra di noi, in famiglia, nella associazione, nella parrocchia.
Infine lo Spirito, accolto e assecondato, prepara il terreno e rende possibile la comprensione e il dialogo con tutti in questo mondo diventato così vario ma anche complicato, e non raramente conflittuale, attraversato da divisioni e ostilità. Lo Spirito produce incontro, accoglienza, condivisione. Tutto comincia però nel cuore, quando ci lasciamo toccare interiormente dalla sua presenza, rianimare dal suo soffio, riscaldare e purificare dal suo fuoco.
È ciò che auguro a me e a voi, e ciò per cui prego stasera insieme a tutti voi.