Omelia 50° anniversario inaugurazione della chiesa di Bella Farnia (25/09/2016 – Bella Farnia, Latina)

10-10-2016

OMELIA

Domenica XXVI TO C

50° anniversario di inaugurazione della chiesa

Bella Farnia, 25 settembre 2016

+ Mariano Crociata

 

Ho accolto volentieri l’invito di don Massimiliano e vostro a celebrare il cinquantesimo anniversario della inaugurazione di questa chiesa a Bella Farnia. Non ho dimenticato la celebrazione con cui, nel luglio di due anni fa, mi avete accolto con tanta cordialità, segno di un forte senso di appartenenza comunitaria di cui questa chiesa è espressione e alimento.

È motivo di apprezzamento per me la vostra volontà di sottolineare questa ricorrenza, di per sé molto significativa, perché condensa la vostra fedeltà a una identità e a una storia che vanno guardate con gratitudine e impegno per il futuro. Questo è il momento della gratitudine, non della nostalgia o del rimpianto, della preoccupazione o della rivendicazione. Gratitudine per tutto ciò che avete ricevuto e per tutto ciò che avete dato. Qui si è raccolto il gruppo delle famiglie provenienti dal Veneto e dall’Emilia Romagna, che fin dall’inizio ha avvertito quanto fosse centrale la fede che lo rendeva coeso e profondo il desiderio di tenerla viva. È così che dopo alcuni decenni, grazie all’opera del parroco di S. Donato, don Alessandro Milza, e alla collaborazione di tutta la comunità con un impegno di persona e il sacrificio di tanti, è sorta cinquant’anni fa questa chiesa. Qui ciascuno ha messo qualcosa di suo; veramente questo edificio sacro è il frutto della vostra partecipazione e della vostra fatica. E in questi decenni l’avete sentito sempre vostra in un senso speciale, come il luogo in cui ritrovarsi ma anche riconoscersi e identificarsi. L’intitolazione alla Madonna del S. Rosario di Pompei ha anch’essa interpretato un sentire e favorito uno stile, quello della preghiera, che insieme alle celebrazioni settimanali ha ritmato la vostra vita di comunità cristiana.

Ora, a distanza di cinquant’anni, facciamo un bilancio e riprendiamo il cammino. Non è questo il momento di immaginare ulteriori presenze e servizi, perché non se ne prospetta la disponibilità. A fatica, infatti, riusciamo a coprire il servizio pastorale nelle parrocchie. Però avete motivo di guardare avanti con fiducia. Il bilancio è positivo, grazie alla vostra costanza e fedeltà e alla guida di don Massimiliano e del diacono Antonio. Guardando avanti, vedo tre impegni dinanzi a voi.

Il primo vi è affidato dalla collocazione territoriale. Come all’epoca dell’arrivo dei primi bonificatori, voi formate ancora una comunità abbastanza omogenea circondata non più soltanto da connazionali di altra provenienza regionale e cittadina, ma anche da stranieri ormai numerosi insediati accanto a voi. Come e più che in passato questo vi chiede di salvaguardare la vostra identità e le vostre tradizioni, ma anche di non chiudervi. Il nostro è un tempo di relazioni, che arricchiscono e potenziano le capacità che possedete e che avete saputo coltivare e mettere a frutto. Ma le relazioni sono autentiche e arricchenti se sono tenute da persone consapevoli di sé, della propria coscienza e della propria fede.

Di qui il secondo impegno. Per guardare in avanti, verso il futuro, avete bisogno di questa chiesa, come edificio e come simbolo. Essa vi ricorda la centralità della fede e della preghiera per una vita autentica e piena, per un senso di comunità in cui ciascuno abbia la sua dignità e il suo posto e tutti insieme sperimentiate la forza dell’unità e della solidarietà. Il titolo mariano della chiesa vi ricorda il rosario e tutte le forme di preghiera che la tradizione cristiana ci mette a disposizione; ma la chiesa come tale vi ricorda soprattutto la centralità della celebrazione settimanale nel giorno del Signore. Senza l’Eucaristia non possiamo vivere, dicevano i primi cristiani. Vale anche per noi: il sacrificio di Gesù per amore nostro si rinnova e si comunica a noi ogni volta che celebriamo l’Eucaristia e riceviamo la comunione. Questo è un punto centrale.

Il terzo impegno, infine, viene proprio dal cuore della S. Messa, e cioè la Parola di Dio attraverso le pagine della Sacra Scrittura. Abbiamo bisogno del pane e della parola, anche nella nostra vita di comunità cristiana, come in famiglia e nella società. Abbiamo bisogno di nutrimento e di tutto ciò che mantiene vivi e in salute il nostro corpo e le nostre persone; ma abbiamo bisogno anche di buone relazioni gli uni con gli altri, di affetto sincero, di amicizia, di condivisione della parola e dell’esperienza, nella cura di ciò rende vera, buona e anche bella la vita. Perciò insieme all’Eucaristia, la Parola di Dio costituisce l’insostituibile sostentamento della nostra fede e della nostra vita cristiana. È questo il motivo per cui tutta la nostra diocesi porta avanti da qualche anno l’ascolto come il compito principale del suo cammino ecclesiale. Anche voi dovete chiedervi come dare più spazio alla Parola di Dio attraverso la Scrittura. Sarebbe bello e vi trovereste grande conforto e consolazione, se avete la possibilità, con l’aiuto di qualcuno, di ritrovarvi settimanalmente in gruppo a leggere, riflettere e pregare, per esempio, sulla pagina di Vangelo della domenica successiva.

Anche questa domenica vediamo quanto sia importante per la nostra vita ascoltare Vangelo. La pagina di oggi infatti ci fa capire che cosa significa vivere. Il ricco epulone e Lazzaro non ci insegnano che bisogna fare qualche elemosina per mettersi a posto; ci fanno capire invece che non siamo a questo mondo per cercare di accaparrare ricchezze e benessere il più possibile, così da potersela godere noncuranti di ciò che accade attorno. La vita non ci è data per pensare solo a noi stessi. Ci è data invece per accorgerci degli altri, per imparare ad aiutarci gli uni gli altri, per andare avanti insieme. Perché alla fine le cose saranno capovolte: a quelli a cui non ha pensato nessuno, ci penserà Dio; per gli altri rischia di non esserci nessuno, perché si sono preoccupati solo di se stessi.

Che questo messaggio entri nel nostro cuore e, insieme a tutti gli impegni che scaturiscono da questa ricorrenza, possiamo guardare avanti con fiducia per crescere come comunità cristiana in questo territorio. 

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