OMELIA
San Valentino, sabato 23 gennaio 2021, Liturgia della domenica III B
Conferimento del Lettorato
+ Mariano Crociata
Ogni domenica, e anzi ogni giorno, ogni volta che celebriamo, protagonista è la Parola di Dio, più precisamente la Parola di Dio attestata nella Sacra Scrittura. Il fatto che il papa abbia scelto questa terza domenica per dedicarla alla Parola di Dio, al suo ascolto e al suo annuncio, vuole costituire un richiamo a riconoscerle quella centralità che la forza dell’abitudine rischia di collocare tra le attività che si compiono in automatico, senza pensarci troppo. Oggi sia le letture che la circostanza del conferimento del Lettorato ci aiutano a risvegliare un interesse che troppe volte è stato velato da una sorta di sonnolenza spirituale.
Sono due scenari di evangelizzazione quelli che ci presentano le letture: la città di Ninive e la regione della Galilea. Nella prima è il profeta Giona mandato a predicare; nella seconda è Gesù che compie la sua prima manifestazione, con quella definitività che viene segnalata anche dalla menzione dell’imprigionamento di Giovanni Battista, come se con lui anche la parola di tutta la tradizione sia stata messa a tacere. Viene il tempo di una parola nuova, di un vangelo, appunto, di una buona notizia, quale è quella che porta Gesù.
Tra Giona e Gesù c’è un tratto comune, che Gesù stesso troverà modo di richiamare più tardi, quando dirà che, diversamente dai suoi ascoltatori, gli abitanti di Ninive alla predicazione di Giona si convertirono. È proprio questo il punto nevralgico che la Parola mette a nudo, come un nervo scoperto: il bisogno di conversione. È una parola che brucia l’appello alla conversione, perché costringe a misurarsi con la propria inadempienza, forse ancora di più con la propria indifferenza, e forse anche insensibilità, sordità, cecità.
C’è un fatto nuovo, però. Conversione è tutto ciò che Giona dice; e in un certo senso lo stesso Giovanni Battista, con un richiamo severo e rigoroso a una serietà che chiede di troncare e, anzi, di stroncare tutto ciò che non va, che è sbagliato, che va cambiato. La prima parola che Gesù dice, invece, non è quella della conversione, ma quella di un annuncio sorprendente e gioioso: il tempo è pieno, c’è qualcosa che urge e che non può essere rimandato. E ciò che preme e brucia dal bisogno di manifestarsi è la vicinanza del Regno di Dio, cioè la vicinanza di Dio, Dio che si vuole fare compagno e amico, pronto a prendere in mano le redini del mondo e della storia, le redini della tua vita, per guidare la sua corsa e farla diventare cammino in avanti e crescita vera di vita. La conversione, cioè il cambiamento, comincia con la fede, con l’atto di credere, di fidarsi, di affidarsi. Se vuoi davvero cambiare fidati di questa notizia, che Dio è qui, sta bussando alla porta, chiede di entrare e di stare con te, con noi. Fidati, e allora cambierai, sarai pronto e ti sarà facile disfarti di tutte le zavorre che trasformano in disperazione anche le tue migliori aspirazioni e in frustrazione ripetuta ogni tuo minimo atto di buona volontà.
Questo è l’annuncio con cui Gesù comincia e il messaggio che racchiude tutti i suoi futuri discorsi e perfino il senso della sua presenza. Se non ti lasci cambiare il cuore dalla fede, dal fidarti veramente di Dio, non cambierai mai. Egli è qui, accanto a te; smettila di voler essere tu a diventare diverso e migliore; non ce la fai, non ce la farai mai, è una lotta impari e senza possibilità alcuna di riuscita, perché non è nelle tue possibilità. Lasciati fare, lasciati lavorare da Lui; sii contento e grato che, prima di ogni cosa, Lui ti vuole bene così come sei. Impara che solo Lui sa cosa porti dentro e che cosa, anzi chi, puoi diventare. Metti da parte tutti i tuoi sogni di grandezza: sono semplicemente ridicoli. Dio vuole fare di te molto di più di ciò che tu sogni con le tue manie di autoaffermazione e di autorealizzazione. Fidati e mettiti in ascolto, in disponibilità e accoglienza.
In fondo ogni Parola di Dio deve innanzitutto suscitare proprio questo atteggiamento e questa risposta, perché solo così tutte le parole che ci vengono da Dio tramite Gesù raggiungeranno il loro effetto, avranno tutta l’efficacia che portano dentro e prenderanno tutto il loro senso.
Voi, nuovi Lettori, dovete far crescere in voi questo senso primordiale dell’annuncio e del servizio alla Parola. Siete Lettori perché prima, innanzitutto e sempre, siete ascoltatori. E siete ascoltatori non per imparare a mente o per sapere tante cose, ma perché avete e prima ancora chiedete il cuore di ascolta, e ascolta perché si fida e si rallegra dell’amore e della vicinanza di Dio.
Con questo patrimonio nel cuore il servizio alla Parola sarà la cosa che più naturalmente scaturisce nel vostro agire quotidiano e festivo, perché ogni gesto e ogni parola sarà solo un modo per far risaltare ciò che la Parola di Dio vuole fare e può fare, e voi stessi sarete testimoni di ciò di cui essa è capace.