Cari fratelli e sorelle,
questi primi mesi di ministero episcopale in mezzo a voi mi offrono l’opportunità di cominciare a conoscervi. Ho potuto apprezzare la generosità dei sacerdoti e dei diaconi, di consacrati e fedeli laici che si dedicano con amore e sacrificio al servizio della nostra Chiesa. Ho già incontrato numerose comunità parrocchiali e i prossimi mesi mi daranno la possibilità di visitarle tutte. Ho anche imparato a scoprire la varietà e la ricchezza delle aggregazioni laicali, che assicurano vitalità alle nostre comunità e testimonianza nei più diversi ambienti di lavoro e di vita sociale. La nostra è una Chiesa viva, ricca di credenti che la amano e desiderano vederla diventare sempre più bella e splendente per i doni di santità di cui è dotata.
Siamo grati al Signore per tanta benevolenza e ci chiediamo che cosa Egli vuole da noi in questa fase del nostro cammino. Certamente si aspetta di trovarci perseveranti nell’impegno di fedeltà alla sua chiamata e alla comune missione; ma ci invita pure a cogliere i segni nuovi e l’appello che attraverso di essi ci rivolge. Tra altri segni, alcuni appaiono con una certa evidenza al nostro sguardo: insieme al bene profuso con abbondanza nelle nostre comunità, dobbiamo – con onestà e coraggio – constatare anche la presenza di limiti e fragilità; domande e aspettative salgono dal territorio, con la sua popolazione eterogenea e appesantita da difficoltà non solo economiche, ma anche morali e spirituali; il magistero e l’esempio di papa Francesco invitano a recuperare lo spirito originario del nostro essere credenti, fatto di gioia della fede e di passione per la missione. Mettiamoci, allora, in atteggiamento di ascolto, di riflessione, di preghiera: ho già invitato i consigli diocesani, presbiterale e pastorale, a fare ciò; lo stesso ora chiedo a tutti voi. In tal modo, mentre l’anno pastorale in corso si snoda con il suo intenso ritmo ordinario, ci apriamo a considerare quale percorso intraprendere nei prossimi anni.
Il tempo liturgico ci viene incontro provvidenzialmente in questo punto del nostro cammino. Sempre la vita della Chiesa invita all’ascolto, alla riflessione, alla preghiera; nel tempo di Quaresima e di Pasqua, però, tale invito si fa più insistente ed efficace. Lo accogliamo con cuore aperto, per lasciare che il Signore effonda in noi la luce della sua sapienza e il calore del suo amore.
Abbiamo bisogno innanzitutto di purificazione e di conversione. Ripercorrendo il cammino battesimale, vediamo messe a nudo le chiusure e le rigidità del nostro modo di pensare e di sentire. Ci accorgiamo che questo tempo liturgico non è la ripetizione rituale di un ciclo, ma un’occasione nuova, perché ci scopre come siamo adesso, in questa tappa della nostra vita, diversa da quella dell’anno passato e da quelle che verranno. Il Signore chiede ora di fare i conti con Lui, nella verità di noi stessi, alla presenza della sua rigenerante misericordia.
Abbiamo bisogno di ritrovare l’amore che il Padre nutre per ciascuno di noi e per tutti noi insieme, di riscoprire l’Eucaristia come sacramento della dedizione incondizionata del Figlio Gesù per noi con un amore senza riserve, di lasciarci riammettere alla comunione delle Persone divine attraverso la comunione sacramentale e la fraternità ecclesiale. Nella pesantezza per la fatica e nella tendenziale depressione che il clima sociale e spirituale di questo momento della storia ingenera, abbiamo bisogno di riassaporare la gioia di credere, la gratitudine immensa di sapersi salvati, l’entusiasmo che sgorga dalla presenza del Signore nella nostra vita.
Abbiamo bisogno di imparare il discernimento che cerca, non con affanno ma con fiducia e coraggio, le tracce di Dio nella storia, gli appelli della sua chiamata, i segni della sua volontà, per leggere il presente con i suoi occhi e lavorare al futuro che Egli ci dona. Unti dallo stesso Spirito disceso su Gesù al Giordano, confermati nella fede e nell’amore ricevuti nel battesimo, lasciamoci inondare dal coraggio che rese un gruppetto di poveri pescatori appassionati annunciatori e irresistibili testimoni della risurrezione di Gesù e della sua salvezza, che rinnova il mondo e trasforma gli umani plasmandoli dentro una recuperata fraternità.
Ascolto, riflessione, preghiera: impegno da fare proprio da parte di ciascuno e da tutti noi insieme, in un tempo liturgico ricco di Parola da ascoltare, celebrare e vivere, nel corso del quale siamo accompagnati dal sussidio pastorale “Cercate le cose di lassù”. Voglia il Signore benedire questo impegno e concederci, per intercessione di Maria, la grazia di vederci compiere quel passo in avanti che Egli chiede alla nostra Chiesa.
Con l’augurio di una santa Quaresima e di una gioiosa Pasqua!
Lettera alla Diocesi per la Quaresima e la Pasqua 2014
5 marzo 2014, Mercoledì delle Ceneri
18-06-2014