Da oggi 14 luglio i fedeli cattolici del centro di Sonnino saranno raggruppati in una sola parrocchia, quella di San Michele Arcangelo. Lo stabilisce il decreto del vescovo Mariano Crociata, firmato nei giorni scorsi, in cui è disposto che la parrocchia di S. Giovanni è unita a quella di San Michele Arcangelo. Si tratta di una «unione estintiva» la cui attuazione è regolata dal Codice di diritto canonico. Sulla base di questo processo la parrocchia di San Michele Arcangelo, assume di conseguenza l’intero territorio della parrocchia di S. Giovanni. Ciò significa che dal 14 luglio «i membri della parrocchia di S. Michele Arcangelo diventano tutti gli abitanti cattolici del territorio unificato».
Questa riorganizzazione non significa “chiusura” delle chiese. Infatti, il decreto vescovile spiega che «la chiesa di S. Michele Arcangelo continua ad essere la sede della parrocchia e la chiesa di S. Giovanni rimane aperta per la celebrazione della Santa Messa e per gli altri sacramenti secondo le disposizioni del parroco».
La decisione dell’accorpamento è stata presa dal vescovo Crociata dopo aver ascoltato le varie realtà coinvolte. Monsignor Crociata in più occasioni ha sentito il parere dei Missionari del Preziosissimo Sangue sul futuro delle due parrocchie, ha partecipato alle riunioni del Consiglio Pastorale Parrocchiale, infine ne ha discusso con il Consiglio Presbiterale della diocesi.
A pesare per questa soluzione vari motivi. Intanto, le due parrocchie sono affidate da molti anni alla cura pastorale dei Missionari del Preziosissimo Sangue, portando avanti, di fatto, un cammino pastorale unitario a servizio del popolo di Dio che vive nel centro di Sonnino. Oltretutto, è emerso che «anche per il futuro la soluzione già messa in atto in questi anni è ritenuta la migliore, non essendo più pensabile la coesistenza di due proposte liturgiche e pastorali indipendenti per il territorio di Sonnino». In ultimo, ma non meno rilevante, è che «il numero dei sacerdoti disponibili per il servizio pastorale nella diocesi è anche diminuito» e in ogni caso il Vescovo deve provvedere alla cura spirituale dei fedeli di ogni parrocchia della diocesi.