Il 14 agosto scorso, al termine della celebrazione nella concattedrale di San Cesareo a Terracina, dopo i Primi vespri, per la festa dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, il vescovo Mariano Crociata ha benedetto l’icona della Madonna dell’Assunta, che ritorna al suo posto in chiesa dopo un laborioso restauro.
Si tratta di un evento importante per l’intera città, ha spiegato il parroco don Peppino Mustacchio, non solo per l’aspetto culturale in sé legato a un’opera d’arte ma soprattutto per la storia secolare di Terracina e la conseguente tradizione, che vuole la processione con l’icona alla viglia della festa. Ovviamente, quest’anno la processione non è stata tenuta a causa delle misure di sicurezza per la pandemia da coronavirus.
Infatti, come ha spiegato lo storico Riccardo Bianchi in alcuni suoi lavori, «la festa della Madonna dell’Assunta è documentata a Terracina come festa di Santa Maria di agosto fin dal XII secolo». Il più antico documento in cui si parla di questa festa, sempre per Bianchi, è un accordo stipulato con molta probabilità nel 1180 tra Cencio Frangipane e Rainone de Tuscolano per regolare le proprietà dei feudi di Terracina e dei territori circostanti. Invece, circa l’icona – ha scritto Riccardo Bianchi – il documento più antico in cui se ne parla è del 1581, stilato in occasione della visita apostolica di Terracina, condotta dal vescovo di Faenza Annibale de Grassis. Uno dei collaboratori del prelato, l’uditore Giulio Torello, visita la sacrestia e fa annotare che «c’è anche un’immagine della Gloriosa Vergine su tavola di legno avvolta in un telo di lino, bella ma antica. I canonici riferiscono che viene portata in processione la vigilia della festa dell’Assunta». In base, ai dettagli della tecnica di pittura e ad altre ricerche, Riccardo Bianchi afferma che l’icona non è anteriore al XIII secolo. Nulla si sa dell’autore.