La fraternità è la condizione vera di una autentica pace, cui arrivare attraverso la riscoperta della coscienza, della dignità umana e anche un nuovo dialogo tra istituzioni pubbliche e cittadini. Lo ha ribadito con forza il vescovo Mariano Crociata stasera in Cattedrale a Latina, durante la presentazione del “Messaggio per la giornata della pace 2015 di papa Francesco della città e della provincia di Latina. Presenti il presidente della Provincia Eleonora Della Penna, il sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi, il presidente del Consiglio comunale di Latina Nicola Calandrini, altri sindaci dei Comuni limitrofi, l’assessore regionale Rita Visini oltre a rappresentanti della Prefettura e delle Forze dell’Ordine.
Proprio al termine della celebrazione, solennità della Madre di Dio, lo stesso Vescovo ha consegnato a ciascuno degli amministratori e rappresentanti pubblici presenti una copia del Messaggio. Particolarmente intenso è stato l’incontro con il giudice Lucia Aielli, cui monsignor Crociata avevo espresso la sua solidarietà dopo le recenti e gravi minacce subite dal magistrato in servizio al tribunale di Latina.
Il Messaggio di questo anno «indirizza la nostra attenzione verso ciò che nella maniera più estrema nega la fraternità, e cioè la schiavitù: Non più schiavi, ma fratelli». Il Papa richiama le forme più eclatanti e diffuse di schiavitù. «La gran parte di questa casistica sembra tanto remota da noi, mentre non lo è affatto: pensiamo a quello che il Papa chiama il “lavoro schiavo” nelle nostre campagne e alla prostituzione perfino lungo le nostre strade, per citare solo due fenomeni eclatanti. Si tratta di fenomeni che subiscono senza dubbio un contrasto efficace da parte delle forze dell’ordine e dell’istituzione giudiziaria, ma i risultati non sono tali da debellarli del tutto», ha ricordato monsignor Crociata.
In un articolato ragionamento il Vescovo, alla luce sempre del Messaggio di papa Francesco, ha spiegato «dove troviamo il fondamento e la garanzia della dignità della persona umana», ma anche «come possiamo fare nostra e diffondere una cultura della dignità della persona umana», mentre infine ha “provocato” gli stessi amministratori pubblici ribadendo «cosa possiamo fare nel nostro ambiente per contrastare la schiavitù e far crescere la fraternità».
Proprio circa questo ultimo aspetto, sempre monsignor Crociata ha sottolineato che «bisogna ricordare che è importante che le istituzioni, e tutti coloro che le rappresentano e in esse operano, svolgano diligentemente i compiti loro assegnati». Inoltre, «sarebbe importante promuovere un dialogo tra istituzioni e cittadini, che induca questi ultimi a rendersi corresponsabili dell’andamento della cosa pubblica», fino «all’esigenza di imparare e adottare uno stile di comportamento e di relazione più attento alle persone – a tutte le persone, dovunque e di chiunque si tratti –, più rispettoso e paziente».
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