Messa del Giovedì Santo: non c’è salvezza senza il servizio fraterno

Il vescovo Mariano Crociata ha celebrato nella cattedrale di Latina la Messa in cena Domini del Giovedì Santo.

Il vescovo Mariano Crociata durante la Messa del Giovedì Santo

Di seguito l’omelia pronunciata dal Vescovo:

OMELIA

Cattedrale, 9 aprile 2020, Giovedì Santo

+ Mariano Crociata

Il giovedì della Settimana Santa è intimamente legato alla Messa in coena Domini e quindi alla istituzione della Eucaristia. Tutte le celebrazioni eucaristiche sono legate alla memoria della istituzione, ma precisamente nel segno della esecuzione del comando che ad essa è connesso: «fate questo in memoria di me», come ripete anche la narrazione che san Paolo fa dell’ultima cena.

Questa celebrazione, in coena Domini, presenta un peculiare carattere memoriale; non solo aderisce al comando di Gesù, ma ne rivive intenzionalmente l’evento e il significato alla vigilia del tradimento, della passione e della morte; riassume così il senso di consegna permanentemente viva nel dono di sé che Gesù si prepara a consumare con la morte in croce, intimamente segnata dalla potenza della risurrezione.

Questo clima viene, per così dire, disturbato da una intrusione che è poi la stessa che subisce il racconto giovanneo, e cioè la narrazione della lavanda dei piedi al posto della cena. È una intrusione decisiva, perché ricorda che senza la vita, e una vita di servizio, il rito è vuoto; come lo sarebbe stata la cena, se Gesù non avesse deciso e accettato di andare incontro alla morte. Il memoriale della cena ci lascia dunque questo messaggio imperituro: il rito è necessario, ma non basta, non salva, senza il servizio fraterno.

 

Di seguito il file audio dell’omelia:

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