Una cattedrale gremita dai fedeli per la Messa del crisma, celebrata oggi pomeriggio dal vescovo Mariano Crociata con intorno l’intero presbiterio diocesano e il collegio dei diaconi. In questa Messa gli stessi preti rinnovano le loro promesse sacerdotali, mentre spetterà poi al Vescovo la benedizione degli olii santi: il crisma, l’olio dei catecumeni e l’olio degli infermi.
L’omelia è stata anche l’occasione per fare il punto sul cammino pastorale che le comunità diocesane hanno compiuto nel corso dell’anno. Il Vescovo è tornato sul tema dell’ascolto, si è detto «toccato dal fatto» che molti hanno ripreso o imparato a coltivare la lettura orante della Scrittura o, in qualche forma, l’ascolto della parola di Dio attraverso il testo sacro».
Questo stato di cose, oltre a gli stimoli he provengono dal cammino della Chiesa in Italia e dall’impulso del magistero di papa Francesco, dal vescovo Crociata arrivano due indicazioni che affida alla comune preghiera e riflessione nelle varie sedi della vita ecclesiale parrocchiale e diocesana: «La prima – che ho già avuto modo di anticipare – la ricavo dall’esigenza di consolidare gli sforzi compiuti nel dare consistenza e continuità all’impegno di ascolto della parola di Dio e di discernimento conseguente. […] Cioè, costituire un gruppo, aperto alla presenza di chiunque lo voglia, all’unico scopo di coltivare l’ascolto ordinato e sistematico nel segno del discernimento personale e comunitario: questo è probabilmente il compito e il passo avanti che ci attendono. Le nostre comunità hanno bisogno di un’anima, non meramente organizzativa né intimisticamente devozionale, ma spirituale nel senso alto, di quella unzione di Spirito Santo che rende capaci di ascolto, di discernimento e di missione».
Quest’ultimo passaggio segna la seconda indicazione. «Proprio le pagine messianiche della Scrittura ascoltate spingono l’unto del Signore e il suo ascolto verso una missione impellente di annuncio e di liberazione. Il vero ascolto mette in moto, crea un bisogno di condivisione e diffusione dell’annuncio e di attuazione del suo messaggio. Proprio questo è il momento di cominciare a ripensare la nostra attività pastorale come l’espansione di una fede che nasce non da organizzazioni vincenti, ma dalla forza interiore di un contagio di fede e di entusiasmo spirituale che diffonda, secondo una circolarità virtuosa, parola di Dio, senso cristiano della vita, fermenti di fraternità».
In conclusione, il Vescovo ha ricordato che «le circostanze ecclesiali ci suggeriscono una prospettiva che si compone in una formula sintetica che metta insieme il linguaggio del nuovo umanesimo del convegno di Firenze e dell’anno santo della misericordia. Abbiamo bisogno di un nuovo senso dell’umano che nasca dalla misericordia; abbiamo bisogno di un umanesimo della misericordia. Siamo tutti dei salvati per la misericordia di Dio».
Per leggere l’intera omelia clicca QUI.