Madonna del Carmine, a Terracina la festa con la tradizionale processione a mare

La città di Terracina non ha mancato l’appuntamento con la festa della Madonna del Carmine, verso cui nutre una particolare devozione consolidata nel corso della storia di questa comunità. Oggi pomeriggio, il vescovo Mariano Crociata ha presieduto la Messa nella chiesa del Santissimo Salvatore, con accanto il parroco di quest’ultima, don Luigi Venditti. Sull’altare maggiore era stata posta anche l’effigie di San Rocco. Entrambi i santi sono venerati in particolare dalla marineria terracinese. Ecco perché al termine della celebrazione, le due statue vengono portate in processione al molo del vicino porto  e qui, accompagnate dal vescovo Crociata, sono imbarcate su uno dei pescherecci per continuare la classica processione in mare. Al largo, poi, viene offerta una corona di fiori alla Madonna del Carmine, lanciata in mare secondo tradizione.

Di seguito il testo dell’omelia del vescovo Mariano Crociata:

Quando veniamo in chiesa, soprattutto per una celebrazione come questa della Madonna del Carmine, non possiamo far finta di lasciarci alle spalle tutto ciò che riempie la nostra vita, nel bene e nel male, là fuori, nelle case e per le vie della nostra città. E in questi giorni un peso in particolare ci opprime il cuore per i fatti dolorosi che sono alla ribalta della cronaca, che hanno come comune denominatore la profanazione del corpo e della coscienza di piccoli.

Che cosa ci dice la Madonna in questo momento e che cosa noi possiamo dire a lei? Ciò che lei ci dice è certamente il suo dolore di madre per quanti, minori, hanno subito in vario modo abuso. Siamo invitati a fare nostro il suo dolore, poiché non potrebbe esserci sincera devozione nell’indifferenza verso questo dolore di madre. Questa partecipazione si deve estendere, anche da parte nostra, a tutte le vittime, alle loro mamme e ai loro papà. Non ci sono parole per esprimere adeguatamente la gravità di quanto è avvenuto e la pena per le sue devastanti conseguenze.

E tuttavia si sprecano a volte inutilmente così tante parole! Questo dovrebbe essere un tempo di riflessione e di riserbo, affinché il male che ha trovato spazio in mezzo a noi abbia a fermarsi e ad essere eliminato. Per questo nessuno deve sentirsi semplicemente a posto, per il fatto che grazie a Dio personalmente non ha nulla a che fare anche solo con simili pensieri; bisogna infatti sentire tutti la responsabilità nel fare parte di un ambiente segnato da tali gravissimi maltrattamenti. Deve essere accresciuto, pertanto, l’impegno di tutti e di ciascuno per un’opera educativa sempre rispettosa della persona, particolarmente quando è più piccola e fragile.

Non serve darsi arie scandalizzate di fronte a certe notizie; serve al contrario apprezzare che il male è stato individuato, circoscritto e tolto di mezzo. Il problema non è soltanto il male che viene a galla, perché una volta riconosciuto e individuato esso può essere contrastato; il problema è il male nascosto, non visto ma ferocemente operante nel cuore e nella vita delle persone. Per questo dobbiamo renderci non sospettosi, né maldicenti o pettegoli, ma vigilanti e retti in tutto e con tutti. Proprio questo oggi ci chiede di fare Maria SS. del Monte Carmelo, invitandoci in particolare a una preghiera fervorosa e assidua.

Le letture della domenica ci vengono incontro mettendo l’accento sul tema dei pastori, come fa in particolare la prima lettura del profeta Geremia: «Guai ai pastori»! È una parola terribile questa che viene pronunciata dal profeta e che si rivolge in primo luogo a noi ministri della Chiesa, quando non svolgiamo adeguatamente il nostro servizio o ce ne serviamo per altro. Dobbiamo sentire la minaccia che pende su di noi quando ci allontaniamo dall’unico compito della ricerca del bene dei fedeli a noi affidati.

E tuttavia dobbiamo aggiungere che questo non esonera nessun altro dalla responsabilità che porta, sia egli docente, catechista, capo, educatore, o semplicemente adulto in qualsiasi genere di lavoro lo veda occupato. Ci sono responsabilità che condividiamo tutti, e questo è certamente il caso dell’educazione e dell’accompagnamento alla crescita delle nuove generazioni, perché il solo fatto di essere adulti ci conferisce un peso e un compito nei confronti dei più giovani. Per questo non dobbiamo dimenticare l’opera straordinaria svolta, proprio in questi mesi, da preti, religiosi e laici giovani e adulti, con le attività di animazione e di formazione cristiana nei campi estivi che raccolgono in una esperienza felice migliaia di bambini, ragazzi e giovani. Dobbiamo essere grati a loro e al Signore.

Davvero dobbiamo esserne certi, quando preghiamo e cantiamo, come abbiamo fatto con il salmo: «Il Signore è il mio pastore». Egli non cessa di prendersi cura di noi. La Madonna del Carmine – e lo sta facendo in questo momento – ci invita a non sottrarci mai a questa cura che il Signore ha per ciascuno di noi e per tutti noi, piccoli e grandi, pastori e fedeli. Chiediamo pertanto all’intercessione della beata Vergine Maria del Monte Carmelo di suscitare nel nostro cuore un grande dolore per il male che si è consumato e di coltivare in noi il desiderio di seguire il buon pastore e di lasciarci guidare, tutti, pastori e fedeli, dalla sua parola, dalla sua volontà, dal suo amore puro e sincero, che vuole il bene di ciascuno dei suoi discepoli.

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