«Famiglie in mediazione», ecco l’aiuto del Consultorio diocesano nel campo della giustizia minorile

Il Consultorio familiare diocesano “Crescere insieme” avvierà a settembre una nuova attività sperimentale nella mediazione penale per i minori, settore in cui opera da circa dieci anni attraverso il proprio Ufficio di conciliazione e riparazione in ambito minorile. Nelle scorse settimane, dal Ministero della Giustizia è arrivato il via libera al progetto «Famiglie in mediazione», riconoscendo che «ben si armonizza con il percorso di lavoro da tempo intrapreso» e che soprattutto «consentirebbe di ampliarne la prospettiva». L’obiettivo del progetto è quello di dare accoglienza e ascolto sia ai familiari del reo sia a quelli delle vittime, attraverso un’attività strutturata con il supporto di figure professionali competenti. Una modalità di lavoro che consentirebbe di promuovere e riattivare le risorse del sistema familiare.

Il coordinatore dell’Ufficio “In mediazione”, l’avvocato Pasquale Lattari, ha spiegato come è nata l’idea del progetto: «Nella sede del Consultorio, dove si svolge la mediazione, spesso accogliamo le famiglie dei minori che accompagno i figli e che durante l'attesa dello svolgimento delle attività parlano con gli operatori (psicologhe). Dai colloqui informali con i familiari dei minori emergono problematiche relazionali e familiari, conseguenza della condotta dei ragazzi. Da questa esperienza nasce l'esigenza di prestare accoglienza e ascolto ai familiari in maniera più strutturata e con figure professionali competenti anche per rendere completa la finalità riparativa cui è destinata la mediazione penale». Insomma, un’attività che è naturale conseguenza di quella specifica in materia familiare effettuata dallo stesso Consultorio.

Soddisfazione per l’accoglimento del progetto è stata espressa dal presidente del Consultorio diocesano, Vincenzo Serra: «Questo è anche segno della preziosa e fattiva relazione collaborativa che in questi anni abbiamo intessuto con il Centro per la Giustizia minorile di Lazio-Abruzzo-Molise, la struttura dipartimentale del Ministero della Giustizia, seppur nel rispetto delle competenze di ciascuno. Dunque, un rapporto leale che va tutto a beneficio non solo dei minori coinvolti in reati penali ma anche delle loro famiglie che di certo non si trovano a vivere momenti sereni». La precisazione ultima di Serra: «L’adesione da parte delle famiglie sarà volontaria, gratuita e senza alcun impegno da parte loro. Il tutto in piena consonanza e collaborazione con le autorità invianti e con l’Ufficio Servizi sociali minorili».

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