Crociata: la Caritas formi sempre più le coscienze

La diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno ha ospitato ieri la Delegazione regionale della Caritas del Lazio in occasione di una delle sue periodiche riunioni organizzative, che questa volta ha riguardato il tema della formazione. Ad accogliere i delegati dei diciotto organismi pastoriali diocesani laziali lo stesso vescovo Mariano Crociata, il quale ha rivolto loro un saluto.

«Il tema di cui discuterete è davvero importante. Ma non consiste in una operazione del tipo: riempire di idee una testa vuota o, anche, arricchire di nuove conoscenze una competenza scadente o bisognosa di aggiornamento. Ci vorrà anche questo. Ma la formazione riguarda la forma – personale, interiore e spirituale, ma anche relazionale e sociale – che si deve prendere», ha spiegato il vescovo.

Certo, c’è da interrogarsi su quale sia la forma che trova comunque origine nella Parola di Dio. Un prospettazione complessa su cui però monsignor Crociata ha ricordato che: «La prima cosa è che non bastiamo a noi stessi; non ce la facciamo da soli. Abbiamo bisogno di un messia. La seconda cosa da ricordare è che non c’è formazione senza il passaggio della croce; è questa che dà forma all’unità, non solo tra diversi e opposti, perfino tra nemici, ma già innanzitutto alla persona stessa, all’interno della persona e nello svolgimento della sua esistenza. Il terzo punto riguarda l’impegno propriamente caritativo. Esso deve avere una dimensione messianica, nel senso che deve nascere da persone e da comunità riconciliate attorno alla centralità del Signore Gesù; persone che scompaiono per lasciar emergere lui, il principe della pace».

Il vescovo Mariano Crociata ha ribadito con fermezza la necessità di «una coltivata spiritualità e un processo di educazione e di formazione permanente. Formazione non a fare ‘cose da Caritas’, ma a essere uomini di Chiesa che ne manifestano la carità che la anima e che tende ad espandersi». Non è mancato un accenno all’ultimo scandalo che sta sconvolgendo la Capitale in questi giorni e che ripropone di fondo la questione morale. «Ci rimane la domanda su come trovare e procedere nella direzione giusta. Proprio in questa sede una qualche responsabilità l’abbiamo, tutti insieme, al livello regionale. Forse dovremmo cominciare a ragionare non come organismi preoccupati soprattutto di gestire soldi e strutture, ma di formare – appunto – coscienza. Non era il compito educativo l’ispirazione originaria della Caritas? Il decennio sull’educazione e le cronache non solo di questi giorni vengono a ricordarcelo, chissà l’avessimo perduto di vista», ha concluso così il vescovo Mariano Crociata.

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