Il 17 maggio 2015, in Italia come in tanti altri Paesi del mondo, la Chiesa celebra la 49a Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali il cui Messaggio di papa Francesco ha un titolo più che significativo: «Comunicare la famiglia: ambiente privilegiato dell’incontro, nella gratuità dell’amore». Come ha spiegato l’arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio consiglio delle Comunicazioni sociali, «non è ovviamente un Messaggio sulla famiglia, ma sull’intima relazione tra famiglia e comunicazione». Papa Francesco va dritto all’essenza della questione che è più profondamente vera e umana quando afferma che «la famiglia è il primo luogo dove impariamo a comunicare», e si tratta di una «comunicazione come un dialogo che si intreccia con il linguaggio del corpo». Un dialogo che inizia nel «grembo che ci ospita (che) è la prima “scuola” di comunicazione, fatta di ascolto e di contatto corporeo», così che «l’incontro tra due esseri (madre e figli) è la nostra prima esperienza di comunicazione», da gestire con sapienza anche rispetto ai mezzi di comunicazione più moderni.
Un ampio paragrafo è dedicato ai “media più moderni” e alla loro influenza sulla comunicazione in famiglia e tra le famiglie perché possono ostacolarla o aiutarla. Il testo riprende evidentemente quanto era già stato sottolineato dal Magistero Pontificio al riguardo; basti pensare a quanto hanno detto al riguardo San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Ma è importante riscoprire ancora una volta che sono i genitori i primi educatori dei figli, che sono sempre più presenti nel continente digitale. Non sarà una presenza che ha primariamente dimensioni tecnologiche – i figli ne sanno normalmente più dei genitori in questo campo – ma una capacità sapienziale. È ben noto che uno dei grandi rischi è quello che il bambino o l’adolescente si chiudano o isolino in un “mondo virtuale” riducendo di molto il loro necessario inserimento nella vita reale di tutti i giorni, nelle interrelazioni di coinvolgenti amicizie.
Proprio sul tema dell’alleanza tra generazioni, per vivere al meglio il nuovo mondo delle comunicazioni, ma anche su quello dei rischi e opportunità per le chiese locali si è espressa la sociologa Chiara Giaccardi, professore ordinario all’Università Cattolica del Sacro Cuore, a margine di un incontro, nelle scorse settimane, con il presbiterio pontino invitata dal vescovo Mariano Crociata. (LEGGI QUI)