Giornata per l’Unità nazionale e le Forze Armate, il vescovo: preghiamo perché non si ripetano più guerre

Il vescovo Mariano Crociata ha presieduto questa mattina la Santa Messa nell’ambito della Giornata per l’Unità nazionale e delle Forze Armate. La celebrazione si è tenuta nella cattedrale di San Marco, presenti il prefetto di Latina Antonio D’Acunto, il generale Carlo Zontilli comandante del Comaca di Sabaudia, i vertici degli altri enti militari e delle forze dell’ordine, il presidente della Provincia Eleonora Della Penna e altri Sindaci dei Comuni pontini, oltre a una numerosa rappresentanza di militari e anche di scolaresche.

Nella sua omelia, il vescovo Mariano ha ricordato che: «Quest’anno la celebrazione della Giornata dell’unità d’Italia e delle Forze armate è segnata dall’anniversario dell’inizio della prima guerra mondiale. L’istituzione della festa si riferisce alla conclusione di quella guerra, combattuta anche per salvaguardare i confini della nazione. L’enorme sacrificio di uomini costato al popolo italiano – e non solo – rimane impresso nella memoria collettiva, segnata dalla gratitudine per la difesa dell’integrità territoriale messa in atto a un prezzo altissimo da una moltitudine di giovani italiani inquadrati nelle Forze armate; ma non è meno profonda la coscienza comune sempre più orientata al rifiuto della guerra, un rifiuto suscitato dall’orrore di fronte a centinaia di migliaia di morti, un’intera generazione svanita nel nulla della distruzione bellica. Il Papa ha avuto ragione di dire a Redipuglia, il 13 settembre scorso: “La guerra è una follia!”».

Proseguendo, sempre nell’omelia, monsignor Crociata ha spiegato: «Se celebriamo una Giornata per le Forze armate è innanzitutto per ricordare loro, i caduti di quella guerra e di tutte le guerre che hanno insanguinato la nostra patria. E la nostra preghiera diventa suffragio e insieme implorazione perché non si ripetano più simili insensati eccidi. Nello stesso tempo però vogliamo ricordare il servizio che rendono alla comunità nazionale gli uomini e le donne che militano nelle Forze armate di oggi, sempre più chiamate a servizi di prevenzione della guerra e di mantenimento della pace, di tutela dei più deboli come pure di promozione di una convivenza serena non solo dentro i confini nazionali ma anche su tanti fronti di questo nostro mondo inquieto e spesso in conflitto. Un ringraziamento, dunque, e un incoraggiamento a svolgere al meglio un servizio prezioso per la collettività. Ma anche un apprezzamento per un senso dell’ordine e della disciplina che sono lo strumento per perseguire e raggiungere quegli obiettivi».

Nella manifestazione di oggi c’è anche posto per orizzonti più ampi. «È per questo che siamo qui: per ritrovare, con il senso cristiano della vita, il valore di scelte e di comportamenti che soli permettono di conseguire il bene per noi stessi e per gli altri; per ritrovare, soprattutto, quegli atteggiamenti che ci rendono conformi a Cristo e, proprio per questo, anche più umani. Come, ad esempio, l’umiltà e l’obbedienza che conducono il Signore Gesù ad abbracciare la condizione umana fino alle estreme conseguenze del servizio e dell’offerta di sé nella morte di croce (cf. Ef 2,5-11). Viene da chiedersi: è possibile improntare la vita nella società di oggi e perfino nel mondo militare all’umiltà, al servizio, al sacrificio di sé? Rispondiamo che deve essere possibile, poiché siamo chiamati a vivere da cristiani in ogni ambiente e stato di vita, certi che questo renderà migliori noi stessi e il mondo intorno a noi. Quel servizio che l’Italia attende potrà solo giovarsi di simili atteggiamenti e di un tale impegno ad adottare uno stile cristiano nell’assolvimento del nostro compito», ha rimarcato il vescovo Mariano Crociata.  

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