Lettera alla Diocesi sulle vocazioni al ministero presbiterale

Cari confratelli presbiteri e diaconi,

cari fratelli e sorelle tutti

I.

In questi giorni ho completato la serie delle celebrazioni per l’inizio del ministero dei nuovi parroci nelle parrocchie per le quali sono stati nominati. Dove più dove meno ho potuto notare un legittimo dispiacere dei fedeli nel vedere trasferito un prete che avevano apprezzato e al quale si erano anche affezionati. Insieme a questo però non sempre ho visto altro, che andasse oltre il proprio bisogno e diritto di cura pastorale. La constatazione che il numero di preti sta drasticamente diminuendo non suscita, nei più, alcuna considerazione per le fatiche della chiesa diocesana e delle altre parrocchie.

Chi ragiona così in realtà sembra riflettere l’atteggiamento generale di tanti nella nostra società, i quali pretendono di vedere risolti i propri problemi e rispettati i propri diritti e attese, senza curarsi dei diritti degli altri e nemmeno dei propri doveri. Solo che la diocesi non è una federazione di parrocchie che vivono separatamente le une dalle altre, ma una comunione ordinata a partire dal vescovo fino all’ultimo fedele. Per questo è il vescovo a istituire le parrocchie, a nominare i parroci e ad accompagnare l’inizio ufficiale del loro servizio in una determinata parrocchia. Le sue scelte cercano di assicurare a tutti i fedeli la necessaria cura pastorale secondo le forze di cui la diocesi dispone.

Abbiamo tutti bisogno, perciò, di imparare a guardare oltre i confini parrocchiali e oltre le immediate esigenze della propria parrocchia, sentendo la responsabilità di farci carico dei problemi dell’intera diocesi, anche perché se la diocesi ha delle difficoltà è inevitabile che esse ricadano sulle singole parrocchie e sui fedeli tutti. A questo scopo sono state istituite le Unità di collaborazione tra parrocchie: per aiutarci tra tutti.

Abbiamo ormai raggiunto un livello di fatica pastorale tale da chiedere a tutti uno sforzo straordinario di condivisione e di partecipazione. Per questo ciascuno deve chiedersi che cosa sta facendo o che cosa può fare per aiutare e sostenere il prezioso e insostituibile servizio che i preti svolgono nella chiesa e per la chiesa.

 

II.

La diminuzione di preti e di altre collaborazioni rivela in realtà una difficoltà più profonda, poiché scopriamo che se non ci sono giovani e ragazzi che guardano con interesse alla vita della chiesa e alla dedizione che essa richiede, è perché la vita in se stessa spesso non è più considerata come una vocazione e un luogo per rispondere ad una chiamata. La vita è per lo più anch’essa vista come un bene di consumo, un tempo da usare esclusivamente per sé e non un dono ricevuto da dedicare a un ideale, a una missione, non solo a proprio favore ma anche a quello degli altri. La propensione sempre più rara a creare una famiglia e a generare figli rientra nello stesso genere di difficoltà. Senza avere un ideale, senza essere appassionati per una causa, senza sentirsi chiamati a qualcosa di bello e di grande, è difficile non solo intraprendere qualcosa, ma anche semplicemente vivere. Dovrebbe farci riflettere il modo come tanti ragazzi e giovani spendono e a volte buttano via il loro tempo e la loro vita. Su questo bisognerebbe avviare una grande riflessione, anche perché si tratta comunque delle nostre nuove generazioni e alla fine di noi stessi, del perché viviamo e di che cosa ne stiamo facendo della nostra vita.

III.

Il servizio speciale proprio dei preti richiede l’impegno di tutta la comunità ecclesiale, poiché è essa che educa alla vita, alla fede, alla partecipazione attiva e responsabile. La vocazione al presbiterato, la formazione di chi è chiamato, il sostegno ai preti nello svolgimento del loro ministero devono essere cura di tutti nella chiesa. Precisamente questo è ciò che in parte è venuto a mancare anche da noi e che ha bisogno di essere risvegliato e riscoperto. Dobbiamo tutti avere a cuore la vita della chiesa, imparare a prestare il nostro aiuto e la nostra collaborazione, incoraggiare tutti quelli che si dedicano al servizio degli altri e, tra di essi, in primo luogo quelli che riconoscono una vocazione al ministero, la accolgono e si impegnano in una vita a pieno servizio delle parrocchie e dell’intera comunità ecclesiale.

 

  1. Di qui allora l’invito che rivolgo a tutti. È necessario che la cura delle vocazioni al ministero torni all’attenzione di tutte le parrocchie e dei loro fedeli. Innanzitutto dobbiamo diventare più assidui nella preghiera per le vocazioni, a cominciare dalla ricorrenza annuale della Giornata dedicata, alla celebrazione dell’ultimo sabato di ogni mese alla Casa del martirio di santa Maria Goretti, all’adorazione settimanale nelle parrocchie, e poi alla preghiera in tutte le altre occasioni che possono essere colte e valorizzate, come ad esempio le intenzioni di preghiera in alcune celebrazioni e ricorrenze.
  2. Il compito educativo è l’altro grande imprescindibile capitolo dell’impegno per le vocazioni. Ci vuole una cura speciale ad accompagnare la crescita di ogni bambino e di ogni ragazzo che si apre alla vita. In questo accompagnamento che deve essere sempre discreto e delicato, chi è responsabile deve imparare a cogliere segnali di una chiamata a dedicarsi agli altri ed eventualmente, quando i tempi sono maturi, porre con la più grande discrezione la domanda sulla vita e sulla missione che essa chiede a ciascuno.
  3. Infine, per quei giovani nei quali il richiamo al ministero presbiterale diventa esplicito, si tratta di aiutarli a intraprendere un percorso di discernimento che va dalla valutazione del parroco fino al discernimento che il servizio diocesano di pastorale vocazionale ha il compito di avviare. Le iniziative e i percorsi di discernimento, anche individualizzati, potranno aiutare a vedere con la chiarezza necessaria se ci sono le condizioni per compiere i passi ulteriori verso la maturazione della vocazione.

Ho fiducia che questo rinnovato impegno porterà innanzitutto frutti di fede e di vita cristiana in tutti, e nuove vocazioni al ministero presbiterale.

Latina, 11 novembre 2025

+ Mariano Crociata

11-11-2025
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