A Latina il corso per diventare «tutori per minori stranieri non accompagnati»

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Un impegno civico con un risvolto sociale di grande importanza. È quello che offre la possibilità di diventare tutori di minori stranieri non accompagnati, una figura introdotta di recente da una legge nata con lo spirito di proteggere i bambini e i ragazzi che arrivano in Italia da soli fuggendo dai loro paesi. L’operatività nel Lazio è affidata all’Autorità Garante per l’Infanzia e l’adolescenza, che rivolge un invito «ai privati cittadini disponibili ad esercitare la rappresentanza legale di ogni minore arrivato in Italia senza adulti di riferimento e aver cura che vengano tutelati i suoi interessi, ascoltati i suoi bisogni, coltivate le sue potenzialità e garantita la sua salute senza la presa in carico domiciliare ed economica». Per essere inseriti nell’elenco dei tutori sarà necessario seguire un corso di formazione per 30 ore, che di norma si tiene a Roma.

La sede però non è un ostacolo. La città di Latina ospiterà il corso, grazie a un accordo tra il Garante regionale dell’infanzia e il Consultorio diocesano familiare “Crescere insieme”. «Noi ci sentiamo di rilanciare e promuovere questo servizio invitando uomini e donne a prenderlo in considerazione proprio come un gesto di aiuto verso chi è indifeso», ha spiegato Vincenzo Serra, presidente del Consultorio familiare, «da parte nostra ringraziamo il Garante regionale per l’Infanzia per la fiducia che ci ha dato nel volerci al loro fianco nell’organizzazione del corso a Latina. Intanto, rinnovo l’invito a iscriversi a questo servizio». Coloro che volessero diventare “tutori” possono contattare il Consultorio diocesano di Latina (tel. 0773-4068004 o alla mail contatti@consultoriodiocesanolatina.it).

Terminato il corso, le persone verranno inseriti in un apposito elenco a disposizione del Tribunale per i Minorenni (nel caso del Lazio è a Roma), perché solamente un giudice potrà decretare la nomina a tutore. Il servizio non impone l’affidamento del minore, il quale potrà vivere in una specifica struttura o addirittura essere affidato a un’altra famiglia, o farsene carico economicamente. Si assume solo la rappresentanza legale, e bisognerà tutelare i diritti e il benessere psico–fisico del minore, vigilare sui percorsi di educazione ed integrazione tenendo conto delle sue capacità, inclinazioni naturali ed aspirazioni, come anche sulle sue condizioni di accoglienza, sicurezza e protezione.

L’obiettivo di questa norma, hanno sottolineato dall’Ufficio del Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, è creare «un modello di cittadinanza attiva e di genitorialità sociale». Una sorta di grande chiamata al volontariato, infatti il servizio dovrà essere svolto gratuitamente.

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