OMELIA
Lunedì 1 gennaio 2018
Solennità di Maria SS. Madre di Dio
Santuario della Madonna del Divino Amore, Roma
+ Mariano Crociata
La Madonna del Divino Amore non cessa di esercitare il suo forte richiamo su tutti coloro che ne custodiscono nel cuore la devozione o ne sentono il richiamo interiore. Anche noi siamo venuti in questo primo giorno dell’anno, attratti dal materno e discreto invito di Maria. Speriamo ricevere, all’inizio del nuovo anno, quella luce e quella grazia necessarie per camminare nella via della vita, sicuri che la sua intercessione non delude e che ella non abbandona mai nessuno.
La luce e la grazia che cerchiamo sono racchiuse nella festa che oggi celebriamo insieme a tutta la Chiesa: la divina maternità di Maria. Di tutti i titoli mariani questo è senza dubbio il primo e rimane il principale. La ragione è presto detta: tutta la grandezza di Maria per la fede cristiana dipende interamente dal fatto che ella è la madre di Gesù, colei che ha dato al mondo l’uomo nel quale, per la potenza dello Spirito Santo, si è incarnato il Figlio di Dio; per questo a lei è dovuto innanzitutto questo titolo, perché il bambino che ha generato è indivisibilmente il figlio suo e il figlio di Dio, in un’unica persona. Comprendiamo, perciò, il motivo per cui fin dai tempi più antichi si sia voluta venerare Maria come Madre di Dio, perché, grazie alla sua maternità, è un tramite personale insuperabile nella nostra relazione con Gesù. Chi incontra Gesù, presto ne scopre la madre; e chi incontra Maria, vede subito accanto a lei Gesù, o meglio, come nell’immagine a cui è legato il titolo di Madonna del Divino Amore, il bambino Gesù sulle sue ginocchia che non si stanca di guardarla, invitandoci quasi ad entrare nella loro stessa intimità di amore e di fede. In questo si racchiude il mistero della divina maternità di Maria, nella sua intimità con Gesù in Dio e nel suo renderci partecipi della medesima vita intima.
Tale intima relazione ha però un motivo che la giustifica e la spiega, ed è la presenza e l’azione dello Spirito Santo, il quale sovrasta, nella figura della colomba, Maria e Gesù colmandoli con il suo amore. Lo Spirito Santo è l’amore personale di Dio che circola tra Padre e Figlio e che è stato effuso in Maria perché diventasse la madre del Verbo incarnato. Per questo, dunque, Maria può e deve essere detta Madre di Dio, perché il suo bambino è il Figlio di Dio e, innanzitutto, perché lo Spirito Santo l’ha colmata fino a rendere fecondo il suo grembo e sempre la accompagnerà come l’amore divino che la unisce intimamente a Gesù.
Quale messaggio dobbiamo portare oggi con noi? Quale luce e incoraggiamento all’inizio del nuovo anno? Ascoltiamo soprattutto la frase del Vangelo che dice: «Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore». Pur dinanzi all’andirivieni dei pastori alla grotta e al loro affaccendarsi attorno alla santa famiglia, Maria mantiene il suo raccoglimento, il suo pensiero non si distoglie ma rimane fisso in Dio e in ciò che le è accaduto per iniziativa di lui e che supera infinitamente la sua immaginazione e le sue aspettative; ella ha bisogno di rielaborare tutto ciò che le succede, ha bisogno di leggerlo con occhi di fede e di restituirlo a noi dopo averlo assimilato e interiorizzato.
Oggi troviamo sempre più difficile compiere la stessa operazione di Maria con la sua custodia interiore e con la sua assidua meditazione. Siamo troppo gettati nell’esteriorità e freneticamente in corsa tra mille esigenze o richiami, così che non abbiamo più tempo e nemmeno attitudine a fermarci a riflettere, a cercare di capire, stiracchiati e dilaniati come siamo tra opposte sollecitazioni e impegni, riducendoci a ripetere pappagallescamente le cose che sentiamo ripetere da altri senza più pensare con la nostra testa, senza mai riuscire a fermarci, a capire che cosa pensiamo e vogliamo veramente.
Le cose non sono state facili nemmeno per Maria; anch’essa ha avuto bisogno di fermarsi a pensare e a cercare di capire; e tutta la sua vita sarà così, perché Gesù è sempre avanti a lei, e lei non riesce a stargli dietro, anche solo con la testa e con il cuore. Succede così ai genitori con i propri figli; e il dramma è, spesso, che è più facile riempire la testa dei figli con mille raccomandazioni, espressione di ansia da affetto viscerale più che di consigli ponderati dopo attenta valutazione alla ricerca del vero bene dei figli. Maria non ha questa fretta, capisce che il gioco è più grande di lei, ed essa deve solo cercare di capire e di stare accanto a Gesù con il suo amore di madre e con la sua fede di prima discepola del suo figlio, senza essere distratta e senza essere opprimente, attenta alla volontà di Dio e alla identità e alla missione di Gesù.
Al di sopra di tutto Maria è, appunto, protesa a cercare quale sia la volontà di Dio. Come all’annunciazione, Maria non cessa di interrogare la Scrittura e gli avvenimenti della vita per scrutare che cosa Dio veramente le chiede passo dopo passo. In questo Maria ci testimonia una prospettiva capovolta rispetto a quella che comunemente incontriamo attorno a noi o pratichiamo noi stessi. Quando ci presentiamo a Dio, noi giungiamo a lui con un progetto tutto nostro, già bell’e fatto, per chiedergli solo di darsi da fare per farcelo realizzare al meglio e senza intoppi; e invece di imprevisti non ne mancano mai. Maria ci insegna che dobbiamo piuttosto cercare di far nostro il progetto di Dio, la sua volontà, e sforzarci di capirlo per accoglierlo e attuarlo. Quando riusciremo ad arrivare a un simile capovolgimento? Difficile dirlo. Certo è che, finché non arriviamo a metterci in tale atteggiamento, ci troveremo sempre affannati e spesso inconcludenti, se non insoddisfatti e infelici.
Chiedere aiuto alla Madre di Dio significa soprattutto chiederle di aiutarci a conoscere e a fare la volontà di Dio, per il suo disegno di amore e di bene per noi. E per farlo bisogna che impariamo a custodire nel cuore e a riflettere su tutto ciò che ci accade e che incontriamo nella vita, sull’esempio e con l’aiuto di Maria.
È per questo che invochiamo Maria con il titolo del Divino Amore, perché l’amore dello Spirito Santo che l’ha riempita di Dio invada il nostro cuore così da accogliere dentro di noi la sapienza di Dio per viverla giorno dopo giorno nel corso dell’anno che si apre e sempre.