SALUTO ALLA PRESENTAZIONE
del protocollo d’intesa
tra UCID e Confartigianato
Latina, 30 marzo 2017
+ Mariano Crociata
La Chiesa guarda con particolare simpatia e rivolge un caloroso incoraggiamento ad ogni iniziativa volta a instaurare o sviluppare forme di collaborazione tra persone e tra soggetti aggregati sia in ambito ecclesiale sia in quello civile. Perciò non posso che salutare con simpatia la decisione di definire un protocollo di intesa da parte di UCID e Confartigianato.
Una tale iniziativa è in sintonia con la natura della Chiesa, che intende sempre creare unità e comunione tra le persone e i gruppi. In questo caso risalta il fatto che l’intesa sia raggiunta da parte di una aggregazione ecclesiale con una confederazione di categoria, anch’essa di ispirazione cristiana, che realizza in maniera peculiare il ruolo di corpo sociale intermedio nella società civile e nelle relazioni tra società e istituzioni. Così si mostra in maniera evidente la fecondità della fede cristiana, la sua vocazione, cioè, a farsi anche animazione del corpo sociale dal suo interno, non alla ricerca di interessi di parte o settoriali, ma piuttosto nel perseguire ol bene delle persone e dei nuclei fondamentali della società, a cominciare dalla famiglia.
Ciò si coglie in maniera particolare dalla volontà di implementare e incrementare quei servizi alla persona che paradossalmente, in una società evoluta come la nostra, sono allo stesso tempo richiesti in misura crescente ma sono tante volte di fatto carenti nella loro offerta o addirittura cancellati da organismi preposti a erogarli, non ultimo a causa degli effetti di una crisi che fa sentire i suoi effetti sulla vita delle famiglie e delle persone e soprattutto vede ridurre in tanti modi la funzionalità di organi e istituzioni che a nome della collettività dovrebbero garantire sicurezza e risposta ai bisogni dei suoi cittadini.
Accanto a tutto questo, che ha un carattere contingente (per quanto duri da troppo tempo), dobbiamo aggiungere che andiamo verso una società che vede sempre di più superato lo schema che considera lo stato come unico erogatore di servizi e la società come mero soggetto fruitore. Tale processo va guardato con positività e simpatia, poiché, in linea con uno dei principi cardine della Dottrina sociale della Chiesa, quello della sussidiarietà, si accrescono sempre di più l’esigenza e lo spazio per l’iniziativa di gruppi sociali e di persone protesi tutti a dare espressione alle potenzialità di libertà creativa e solidale che abitano il cuore delle persone, delle famiglie e dei gruppi umani i quali, in amicizia civica, coltivano il senso dell’umano e rendono ricca e accogliente una comunità. Dunque, non soltanto un ruolo di supplenza o di integrazione, bensì un compito propositivo sta al cuore di una intesa come quella a cui oggi viene dato avvio.
L’augurio che rivolgo è che essa porti frutti di solidarietà e di crescita del senso di umanità e di accoglienza in una città che conosce tante promesse mescolate a pesantezze e ritardi che vanno, sempre meglio, superate e rispettivamente recuperati.