OMELIA
Latina, S. Cuore, martedì 15 dicembre 2020 (III settimana di Avvento)
+ Mariano Crociata
In questa celebrazione di ricorrenza anniversaria, raccolgo con intimo senso di rammarico il rimprovero che Gesù rivolge e lo condivido con voi, sapendo che siamo tutti toccati dalla Parola: che siamo nel ministero o nell’esercizio del sacerdozio battesimale. Ma devo sentire innanzitutto rivolto a me quanto il Signore dice. Chi esercita un ministero ordinato è, per ufficio, sempre pronto a parlare, e perciò si trova nella condizione del figlio della parabola che dice sempre sì; il timore che ne nasce è se segue quel figlio anche nel non andare a lavorare nei campi, per svolgere il servizio richiesto dal Padre. Sono io questo figlio? Quante volte lo sono stato? E con questo drammatico interrogativo, apprendo anche che potrei esser preceduto non solo da quelli che sono costretti o si sono disposti ad ascoltarmi, come voi, ma anche da altri che non stanno comunque ad ascoltarci, ma si impegnano ad agire in coerenza con una parola che è più vicina alla loro pratica che al mio e al nostro parlare.
Per questo mi dispongo a penitenza e preghiera, desiderando di divenire un figlio che dice sì e compie il sì. Preghiamo gli uni per gli altri che questo avvenga. Il Signore benedica questa preghiera e ci renda sensibili a quanti non sono ordinariamente nelle nostre file, ma appartengono nei fatti e nel cuore al regno di Dio. La nostra missione ecclesiale e la nostra responsabilità pastorale si aprano a questa visione serena dell’opera di Dio fuori dai nostri schemi e dalle nostre classificazioni, perché abbattuto ogni muro di separazione, impariamo a riconoscerci tutti un unico popolo, fedele a parole e con i fatti.
