Omelia per la Festa della Madonna della Delibera (29/05/2020 – Terracina)

29-05-2020
OMELIA

Festa della Madonna della Delibera, Terracina

29 maggio 2020

+ Mariano Crociata

 

Questa celebrazione giunge al momento opportuno, nella fase di uscita dal periodo più critico dell’epidemia. La figura di Maria che va a in visita da Elisabetta ci lascia un messaggio salutare proprio per questo passaggio della nostra vita. Un passaggio segnato da due caratteristiche: l’impoverimento, se non la perdita, delle relazioni interpersonali e la crescita della diffidenza degli uni verso gli altri. Il virus ha prodotto una brusca interruzione nei nostri rapporti, ci ha inoculato la paura dell’altro, in quanto possibile portatore di un invisibile contagio, e ora scoraggia la coltivazione di nuovi rapporti.

È vero che in questo tempo è cresciuta la solidarietà verso i più disagiati e tutti abbiamo scoperto nuove forme di comunicazione in video; tuttavia abbiamo finito col guardarci più di prima con sospetto. Purtroppo non possiamo smettere di essere prudenti e di adottare le misure e le precauzioni necessarie. Dobbiamo però guardarci da un virus non meno pericoloso di quello fisico, che è il virus della chiusura, del pensare solo a sé, del lasciarsi paralizzare dalla paura. Insieme alla prudenza dobbiamo coltivare la capacità di volerci bene e di aiutarci gli uni gli altri; dobbiamo scoprire una capacità più profonda di coltivare le relazioni, che è fatta di attenzione alla persona, di ascolto con il cuore, di ricerca dell’incontro con l’altro, soprattutto quando è nel bisogno.

Maria è esemplare nella capacità di cogliere il bisogno dell’altro, di uscire da se stessa e di andare in casa della persona che vive un momento di difficoltà. Questa generosità le dà l’occasione di portare Gesù che ha appena concepito; anzi è proprio lui a spingerla. Del resto che cosa è il suo concepimento se non l’avvicinarsi di Dio a noi, il suo venire in mezzo a noi fino a farsi uno di noi?

Chiediamo all’intercessione della Madonna della Delibera di essere liberati da ogni chiusura, paura e ripiegamento in noi stessi, che diventano alla fine solo fonte di infelicità. C’è più gioia nel dare che nel ricevere ci insegna la Scrittura (cf. At 20,35). Con il suo Magnificat, Maria ci testimonia una pienezza di gioia che scaturisce dall’accoglienza dell’annuncio dell’angelo, dall’accoglienza della nuova creatura, Gesù, e dall’incontro con la cugina Elisabetta. Maria si sente la persona più felice ultimamente perché piena di amore, a cominciare dall’amore di Dio ricevuto e ricambiato. Il Signore non ci lesina il suo amore; cominciamo anche noi con l’accoglierlo a cuore aperto e con il farlo passare ad altri.