Omelia celebrazione festa diocesana della famiglia (07/06/2020 – B.go S. Michele, Latina)

07-06-2020
OMELIA
Solennità della SS.ma Trinità

Borgo S. Michele, 7 giugno 2020,

festa diocesana della famiglia

+ Mariano Crociata

La famiglia ha avuto una ribalta speciale in questo tempo di epidemia, con aspetti belli e meno belli. Per molti si è trattato di una opportunità irripetibile per riscoprire persone e rapporti, per parlare e ascoltarsi, per aiutarsi e scoprire forme nuove di collaborazione, per assaporare il clima dell’intimità e del calore degli affetti; per molti ancora è stata occasione per recuperare tempo e attenzione alla preghiera, alla riflessione e all’ascolto della Parola, da soli e insieme, magari utilizzando i moderni mezzi della comunicazione. Per altri, invece, questo è stato un tempo difficile: in alcune famiglie l’essere costretti a stare sempre insieme ha accumulato tensioni e ha fatto scatenare contrasti e talora anche violenze; in altre ancora la perdita del lavoro o, comunque, la carenza o l’assenza di risorse economiche ha fatto patire mancanza, senso di frustrazione, ansia e paura. Una paura che ha attraversato tutti a causa di un virus che ha colpito anche mortalmente e comunque procurato sofferenze che coinvolgevano congiunti e persone vicine. E come dimenticare la grande solidarietà che è esplosa tra vicini, tra famiglie, tra conoscenti e verso poveri e bisognosi?

È una famiglia che ha proprio bisogno di speranza, quella che oggi vogliamo celebrare. La speranza che le famiglie vogliono condividere è quella già presente in seno a ciascuna di esse, dove più dove meno. Tutto il bene che è stato generato anche dentro le famiglie con maggiori problemi e difficoltà è il principale motivo di speranza. Come l’amore, la speranza cresce quando viene condivisa, trasmessa ad altri con un gesto, una parola, un sorriso, una iniziativa concreta e disinteressata di aiuto.

Il messaggio di questa domenica della Trinità è proprio questo: le famiglie devono cercare di condividere ancora di più i loro tesori di bene, anche quelle che sono in difficoltà e sentono di avere problemi. Nessuno è così povero – abbiamo già sentito questa frase famosa – da non avere qualcosa da dare; e nessuno è così ricco da non avere bisogno di qualcosa dagli altri. Questo vale in modo particolare per la speranza da cui deve cominciare a rifiorire la vita delle vostre famiglie.

Il segreto per ripartire ce lo insegna – e anzi ce lo dona – proprio la Santissima Trinità. Il segreto della vita di Dio – che è poi il segreto della creazione e della redenzione che vengono da Dio – è il dono. Dio è Trinità perché egli non sa stare senza donare tutto se stesso; e in realtà Dio è Dio perché si dona senza fine. Non contento di darsi totalmente nelle persone divine, ha voluto donarsi anche fuori di se stesso, come dice il Vangelo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, Unigenito». Dio è amore e desidera donare, non solo qualcosa ma se stesso, perché il suo bene sia partecipato e condiviso.

C’è però una cosa particolare che ci insegna il dono di Dio, anzi il suo donarsi nell’intimità della sua vita trinitaria: le persone divine si donano e si ricevono l’una l’altra. Il Padre si dona al Figlio in totale gratuità e disinteresse per sé, ma il Figlio si accoglie e si ridona a sua volta senza riserve al Padre in una reciprocità piena e senza fine. Lo Spirito Santo è il donarsi e il riceversi senza sosta di Dio Amore. Noi tutti, a cominciare dalle famiglie, dovremmo imparare questo donarsi e ricevere gratuito in perfetta reciprocità. Sta qui il segreto di una famiglia che condivide speranza.