Saluto Incontro web con Stefano Zamagni su «Costruire città attive» (23/02/2021 – Latina)

23-02-2021

SALUTO

Incontro web con S. Zamagni su “Costruire città attive”

23 febbraio 2021, ore 21.00

+ Mariano Crociata

Ringrazio gli amici di Forum015 e saluto il prof. Stefano Zamagni che ho il piacere di rivedere e riascoltare in questo incontro web su “Costruire città attive”. Porgendo il mio saluto anche a tutti i partecipanti all’incontro, sento tutta l’importanza di un tema come quello di costruire città. Un’importanza che presenta almeno tre motivi.

Il primo è dato dal punto di vista in cui mi colloca la città in cui vivo, Latina. È un punto di vista particolare, perché la sua percezione non può essere dettata dalla sola grandezza territoriale o di popolazione, ma soprattutto dalla sua brevissima storia, che le conferisce un carattere peculiare, ovvero l’assenza o quantomeno la carenza di un senso di appartenenza. Come città di fondazione, che vede ancora la coscienza dei suoi abitanti, anche dei più radicati ma pur sempre da immigrazione interna, legata alle origini regionali di provenienza, essa non ha potuto ancora maturare un senso di identità e la consapevolezza di una propria tradizione, e quindi nemmeno una specifica unità.

Accanto a questo motivo, un secondo è costituito da un tratto comune anche alle città di media grandezza, e cioè la frammentazione e soprattutto l’individualismo che lacerano il tessuto cittadino, con al più la convergenza determinata dalla difesa di interessi o semplicemente di diritti di gruppi e categorie, ma ben lontani dalla coscienza di un bene che tocchi la città nella sua interezza. La desolazione che viene dalla constatazione che le elezioni democratiche sono diventate quasi regolarmente un fenomeno minoritario rispetto alla totalità della popolazione non può essere rimarginata da alcuna retorica di circostanza.

Un terzo motivo, che può apparire scontato, si presenta invece come causa di rammarico e di sfida. Mi riferisco al contributo che i cristiani e la comunità ecclesiale possono e devono dare alla costruzione di una città più giusta, partecipata e solidale. In realtà è un compito che dovrebbe far parte della sensibilità immediata di un credente. Invece assistiamo, in linea con i processi culturali in atto, a una dissociazione tra religione e vita sociale, con una pratica religiosa sostanzialmente privatistica se non intimistica, e una pratica sociale che non ha nulla a che fare con le ispirazioni morali e ideali che vengono dalla fede, poiché è diretta da ben altre fonti di ispirazioni che nulla hanno di religione e di fede, né tantomeno di senso di Chiesa. È più un compito, quello che abbiamo dinanzi, che una realtà effettiva, e questo con l’aggravante di un processo in corso di drammatico indebolimento istituzionale e sociale dell’appartenenza ecclesiale. Un compito che ha bisogno di un respiro di fiducia e di speranza.

Il papa si è espresso più volte sulla città. Penso a un discorso alla Plenaria del Pontificio Consiglio per i laici del 7 febbraio del 2015, in cui diceva tra l’altro ben a proposito: «È necessario non abbandonarsi mai al pessimismo e al disfattismo, ma avere uno sguardo di fede sulla città». E ancora: «i laici sono chiamati a […] diventare fermento di vita cristiana per tutta la città». O anche al discorso al Convegno ecclesiale di Firenze, del 10 novembre 2015: «Le mani della vostra fede si alzino verso il cielo, ma lo facciano mentre edificano una città costruita su rapporti in cui l’amore di Dio è il fondamento. E così sarete liberi di accettare le sfide dell’oggi, di vivere i cambiamenti e le trasformazioni». Infine, in un discorso ancora più centrato sulla città, quello rivolto ai sindaci italiani il 30 settembre 2017, dove parla di una città ideale nella quale tutte si possono riconoscere come termine di una comune tensione, diceva ancora: «Per abbracciare e servire questa città serve un cuore buono e grande, nel quale custodire la passione per il bene comune». Desideriamo per tutti noi davvero questa passione.

Sono molto grato che questa sera possiamo riflettere su un tema così urgente e ambizioso sotto una guida così autorevole. È il segno promettente di una coscienza non ancora sconfitta dalle difficoltà, ma protesa verso una città migliore, viva e attiva per la partecipazione di tutti alla sua vitalità. Lo auguro a tutte le nostre città.

Buon incontro!