Omelia per l’assemblea foraniale di Priverno (09/10/2020 – Abbazia di Fossanova, Priverno)

09-10-2020

OMELIA

Assemblea foraniale di Priverno

9 ottobre 2020

+ Mariano Crociata

La nostra assemblea culmina in questa celebrazione della Parola durante la quale viene conferito il mandato ai collaboratori pastorali dei parroci delle comunità di questa forania di Priverno e consegnato agli stessi parroci il nuovo crisma. Sono ambedue segni della incessante generazione della Chiesa dall’alto. Non siamo noi a decidere se e come mandare avanti la Chiesa, nemmeno il Vescovo. È Qualcun altro a guidare e spingere in avanti il cammino della Chiesa. Come già i presbiteri, e prima ancora il Vescovo, vengono mandati a guidare le porzioni del popolo di Dio di volta in volta affidate, così è per i singoli servizi e ministeri. Sappiate, dunque, tutti che Qualcuno vi ha scelto e vi invia a prestare una collaborazione che è un onore in forza di Colui che manda, ma per lo stesso motivo è un onere che lega e pesa, rendendo risibile e disprezzabile ogni riconoscimento umano di cui possiamo andare alla ricerca. E anche il crisma viene consegnato per esprimere che dalla grazia dello Spirito viene l’efficacia dei segni sacramentali che fanno nascere alla vita di Dio nella Chiesa e la confermano con il sigillo dello stesso Spirito. Questo momento deve renderci dunque consapevoli di tanto dono e conservarci umili nell’impegno per un servizio sempre più grande di noi ma di cui portiamo gelosa responsabilità.

La pagina di Vangelo del giorno, che abbiamo appena riascoltato, invita a suo modo proprio a portare tale gelosa responsabilità con adeguata consapevolezza. Il problema che pone è il confronto con il Male (che è anche il Maligno) che minaccia sempre le nostre persone e che ha contrastato anche Gesù, al punto da farlo accusare di essere complice del Male stesso: una bestemmia imperdonabile, ma anche una affermazione insostenibile perché contraddittoria. Perciò Gesù pone la questione decisiva di fronte al Male: chi è più forte? C’è qualcuno capace di vincerlo? L’unica risposta possibile è il riconoscimento del Figlio dell’uomo, dotato della forza di Dio più grande di ogni Male. Egli è veramente capace di entrare nella casa che il Maligno ha occupato per liberarla. È ciò che avviene con il battesimo, con la fede, con la Parola di Dio e con la preghiera e tutto l’organismo sacramentale della Chiesa.

Per questo Gesù dice: «Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde». Ci vuole una scelta esplicita di voler essere discepoli di Gesù, perché se non siamo con il più forte, allora il Male torna a dominarci. Non esiste una situazione neutra, intermedia, in cui uno possa dire di essere né con il più forte né con il meno forte, perché se non siamo con il più forte, che è Gesù, in men che non si dica troviamo la nostra casa rioccupata dal Maligno: «Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima». Il dramma di tanti, oggi, viene dal pensare che si possa vivere senza fare una scelta netta e precisa per Gesù e per il bene. Noi siamo deboli, e il Male è più forte di noi. Solo il Signore può salvarci. È per questo che ricorriamo a lui e ci lasciamo guidare da lui. Non agiamo di nostra iniziativa, ma rispondiamo alla sua chiamata, attingiamo costantemente alla sua grazia. Per questo siamo qui, confortati dalla gioia essere stati chiamati e mandati, di essere e di voler rimanere con lui oggi e sempre.