Omelia funerali Maria Grazia Cirelli (01/05/2018 – Latina)

02-05-2018

OMELIA

Funerali di Maria Grazia Cirelli

Parrocchia S. Cuore, 1 maggio 2018

+ Mariano Crociata

Maria Grazia ha affrontato la morte con un senso di fede, una fortezza d’animo e una serenità di spirito che è molto raro trovare in forma così lucida e intensa. Un segno formidabile di questo atteggiamento è la richiesta, insieme a Gianbattista, che le letture bibliche da proclamare in questa celebrazione fossero quelle del giorno liturgico, di questo martedì della quinta settimana di Pasqua. Questa sobria indicazione basta a trasmetterci un messaggio essenziale: lei è qui con noi ad accogliere la Parola che viene da Dio; mentre noi la udiamo proclamare e ci sforziamo di penetrarne il senso, lei la vive nel pieno chiarore della luce di Dio in cui la sua Parola diventa trasparente perché coincide con la realtà che l’ascolto annuncia e partecipe, e cioè consiste nella comunione piena e indefettibile con il Signore. L’ascolto della Parola divina ci apre alla comunione con il Signore e con quelli per i quali la Parola non è più solo segno che rimanda a una realtà da accogliere nello scorrere del tempo verso l’eternità, ma è già realtà e presenza, perché la Parola che è la persona del Verbo glorificato si unisce a loro, si unisce a Maria Grazia senza più distanze e residui di sorta.

Ho avuto la grazia di incontrare Maria Grazia nei primi giorni del suo trasferimento all’hospice dove ha trascorso l’ultimo tratto del suo tragitto terreno. Impressionava il sollievo e quasi la gioia, che esprimeva con naturale semplicità, di trovarsi in un ambiente accogliente pieno di luce e aperto su un angolo di verde. Le piccole cose rimaste ad essere da lei godute le apprezzava come particolarmente preziose, non permettendo ad altri ben angosciosi pensieri di impedire di cogliere la premura di Dio anche in quei segni che la corsa quotidiana impedisce a noi di vedere, presi come siamo da cose che ci illudiamo siano più importanti. Ripercorrendo poi con me, per brevi cenni, il percorso della sua vita, anche in essa vedeva soltanto Dio all’opera, da cui riconosceva di essere stata sempre guidata, fino all’incontro pieno con Lui, che ormai sentiva, con pacata trepidazione, imminente. Dalla sua bocca uscivano solo parole di lode e di ringraziamento, con un particolare tocco di affetto e di tenerezza per lo sposo e i figli.

Mi sembrava doveroso rendere questa minima testimonianza non tanto per lodare la persona, ma per rendere grazie a Dio che fa opere grandi in persone come lei, con un dono di fede, di amore e di speranza che ciascuno di noi vorrebbe avere per affrontare le circostanze comuni o straordinarie della vita. Molti di voi possono arricchirla con altre attestazioni di chi sia stata Maria Grazia; tutti, e primi fra tutti i familiari, devono sentirsi confortati dalla certezza che quello che celebriamo non è soltanto un distacco, perché è soprattutto la celebrazione dell’incontro di fede e di amore che lei vive con Dio.

Il Vangelo del giorno si intona mirabilmente con queste considerazioni trasmettendoci consolazione e speranza con le parole: «non sia turbato il vostro cuore». Gesù prepara i suoi discepoli a non farsi turbare dalla sua dipartita. La croce sarà un momento di totale sconvolgimento per i discepoli, i quali vivranno con essa l’esperienza del fallimento, dell’abbandono, della perdita irrimediabile. Gesù vuole far capire che la sua partenza è necessaria, perché solo così il Padre compirà la sua opera e potrà farlo ritornare nella gloria di risorto. Perciò invita addirittura a rallegrarsi perché va al Padre. La ragione di tutto è l’opera di Dio, e cioè la verità che il filo della storia e delle nostre vite è nelle mani di Dio. Quando tutto sembra finito, proprio lì si nasconde invisibile la mano potente di Dio che tutti ci sorregge e guida. Che cosa dobbiamo fare? Fidarci senza riserve che l’allontanarsi di Gesù non è un abbandono, una perdita, la fine, ma un passaggio necessario.

Non sarebbe saggio provare a dare delle spiegazioni in momenti come questo, perché troppo grande è il mistero di una morte prematura per la nostra povera capacità di comprensione. L’unica cosa saggia è fidarsi di Dio e di Gesù, che ha affrontato come noi e per noi la morte in accordo con la volontà del Padre. E cercare di tenere saldo il cuore, vincendo ogni turbamento, ancorandoci nella certezza e nella stabilità della vita e della salvezza che risiedono ultimamente e solamente in Dio.

Maria Grazia ha testimoniato in maniera esemplare questa fede fino all’ultimo, soprattutto all’ultimo, nel momento della prova suprema. Il suo cuore non si è lasciato turbare, si è fidato incondizionatamente della Parola di Gesù. Quella Parola che la pagina degli Atti degli apostoli ci descrive in corsa verso una diffusione sempre più vasta, mai arrestata nemmeno dalle prove e dalle persecuzioni che i predicatori del Vangelo hanno incontrato e non cessano di incontrare fino ad oggi. È toccante e significativo che, raccomandandoci di ascoltare la Scrittura che oggi la Chiesa e il tempo liturgico riservano ai fedeli, Maria Grazia ci abbia invitato a preoccuparci soprattutto di continuare giorno per giorno, anche nel giorno del congedo terreno da lei, ad ascoltare la Parola di Dio, a farne ragione di vita e di speranza, nell’attesa di incontrare lei in Dio e Dio in tutti.