Omelia festa di S. Barbara (04/12/2017 – Cattedrale di Latina)

04-12-2017

OMELIA

Festa di S. Barbara, patrona dei VVFF

Cattedrale di S. Marco, Lunedì 4 dicembre 2017, letture I settimana Avvento

+ Mariano Crociata

È importante sottolineare la ricorrenza della vostra patrona, S. Barbara, cari Vigili del fuoco, con la celebrazione della S. Messa, come stiamo facendo. Il nostro gesto non ha certo un mero significato vagamente protettivo o propiziatorio, per quanto sempre dobbiamo affidarci alla intercessione dei nostri patroni, ma ci pone in relazione con la sorgente della nostra vita e della nostra salvezza. È questo il senso di ogni patronato: ricongiungere la nostra vita e la nostra condizione a Dio come signore di ogni creatura e soprattutto padre benevolo e misericordioso. In questo spirito ricordiamo quanti sono caduti nel compimento del loro servizio. Ad essi ci rimanda in modo particolare la prima lettura, dal libro della Sapienza, che invita a guardare alla loro condizione non nella tristezza, ma nella consolazione del premio e della gioia di cui godono per la presenza di Dio e per la libertà e le relazioni in cui vengono stabiliti in pienezza. Insieme alla preghiera di suffragio per i caduti e gli scomparsi, vogliamo elevare la preghiera di ringraziamento per tutte le volte in cui siamo scampati a un pericolo e, voi in particolare, per aver potuto compiere in tutta sicurezza il vostro lavoro.

Nel fare il bilancio di un anno, la ricorrenza della patrona S. Barbara deve essere anche l’occasione per ripensare il senso del vostro lavoro, le motivazioni personali e lo stile con cui lo svolgete. Per tutti voi questa è una occasione preziosa di attenta riflessione in tal senso, ma per molti di voi – se non proprio tutti – essere qui ha un valore in più, a motivo della fede che personalmente portate nel cuore e che costituisce l’anima della vostra vita e del vostro lavoro. La fatica quotidiana può avere l’effetto di distrarci dall’essenziale e dall’ispirazione che deve guidarci in ogni nostra azione, e allora questo diventa un momento provvidenziale per recuperare tale ispirazione. Il vostro lavoro è molto di più di un modo di guadagnarvi da vivere e di sostentare ciascuno la propria famiglia; esso è qualcosa di estremamente prezioso per la collettività intera, perché volto a difenderla da pericoli di ogni genere, a cominciare da quello del fuoco. Questo carattere rende il vostro lavoro in qualche modo un servizio e in un certo senso perfino una missione, che richiede generosità, altruismo, coraggio e volontà di bene.

Anche per assicurare queste attitudini e le virtù che le accompagnano è necessaria la fede che ci accomuna e che ci ha condotti qui. L’esempio di Santa Barbara è un luminoso punto di riferimento e conferma la perenne attualità delle parole evangeliche, che invitano a seguire Gesù nella disponibilità a perdere la vita per lui. Di fatto la santa nostra patrona ha tenuto di più alla sua fede e all’unione con Gesù che alla sua stessa vita; ha accettato il martirio pur di rimanere fedele a Gesù. C’è innanzitutto una lezione umana in tutto ciò: la nostra vita può dirsi veramente vissuta quando la spendiamo per gli altri, per una causa, per una persona. La famiglia e il lavoro sono le modalità ordinarie di questa dedizione della vita. Ma per noi credenti famiglia e lavoro, come tutte le relazioni personali e sociali, si realizzano veramente e raggiungono il loro vero scopo quando sono vissuti nella luce della fede e della relazione con Dio. E il motivo è ben evidente: solo un ideale più grande e un legame più alto possono darci la forza di vivere con vero altruismo e dedizione famiglia e lavoro, e farci carico di tutti i sacrifici necessari per portarli avanti.

Prendere la propria croce ogni giorno significa affrontare con la gioia che viene dalla fede e dall’amore di Dio i pesi e le fatiche quotidiani, vincendo la tentazione di pensare solo a se stessi, egoisticamente, di curare solo quello che sembra il proprio interesse. Il Vangelo ci fa capire che essere generosi e sacrificarsi non è perdente, perché perde realmente la propria vita chi non la investe e non la consuma dedicandosi al bene degli altri, vicini e meno vicini. Chi non si impegna per niente e per nessuno, in realtà la propria vita la perde perché rimane solo e infelice.

L’esempio e l’intercessione di Santa Barbara ottengano a tutti noi una tale fede forte e coerente, e a voi di vivere da veri discepoli di Gesù, da veri cristiani, il vostro rischioso ma anche esaltante e gratificante lavoro.