Omelia Festa della Madonna di Loreto (12/12/2017 – Cattedrale di Latina)

12-12-2017

OMELIA

Festa della Madonna di Loreto

Cattedrale, 12 dicembre 2017

+ Mariano Crociata

Riscopriamo con gratitudine, in circostanze come questa, il valore del celebrare. Fa parte della struttura dell’essere umano nel suo vivere associato, fermarsi e condensare nella forma del rito l’espressione del sentire più profondo che anima l’esistenza quotidiana. La festa della Beata Maria Vergine di Loreto, patrona dell’Aeronautica Militare, si incarica di offrire una simile opportunità a quanti svolgono in essa il loro servizio e il loro lavoro. Un servizio e un lavoro particolari, che noi auspichiamo servano sempre, insieme a quelli delle altre forze armate, alla tutela dell’ordine e della pace. Questo mi sembra, infatti, il compito desiderabile: essere preparati all’uso delle armi, nella speranza che non si creino mai le circostanze che rendano necessario il ricorso ad esse. Con questo spirito ricordiamo quanti sono caduti svolgendo il loro compito nell’Aeronautica militare e preghiamo per quelli che in essa sono al momento attivi. E con lo stesso spirito non ci stanchiamo di elevare la nostra preghiera perché le attuali circostanze politiche e sociali internazionali non degenerino in conflitto aperti, ma trovino soluzioni pacifiche.

Anche per voi, uomini e donne dell’Aeronautica, c’è una quotidianità fatta dei lavori più diversi, tutti convergenti nello scopo di tenere efficienti e operose persone e strutture. Ci chiediamo – e la domanda vale, a somiglianza di condizioni, un po’ per tutti –: di che cosa riempiamo la mente, il cuore, la coscienza nel ritmo ordinario delle nostre giornate? Senza dubbio, direte, di ciò che i nostri compiti richiedono di attenzione e di occupazione. E certamente deve essere così. Sappiamo bene però che il nostro cuore non si appaga di fare, e fare bene, quanto ci è chiesto. Abbiamo bisogno di motivi, di interessi, di desideri per fare il nostro lavoro, anche appassionandoci ad esso e alla finalità a cui serve e, in tal modo, portare avanti la nostra vita. Il segno di tale ordinato dinamismo umano è la gioia che alimenta, come una piccola sorgente, lo scorrere delle giornate. Che cosa ci dà gioia e spinge in avanti il nostro movimento vitale?

Un aspetto tutt’altro che trascurabile su cui fa riflettere la Madonna di Loreto e, in particolare, la pagina evangelica dell’annunciazione è proprio questo: il sentimento dominante, l’atteggiamento di fondo che traspare dalla figura di Maria nell’essere raggiunta dalla visita divina. Maria è una ragazza orientata a Dio, colta da Lui in una condizione e in un momento di ordinaria quotidianità. Questo invita a riflettere sul fatto che adesso ci troviamo in chiesa e, così facendo, siamo portati a pensare che solo in un luogo sacro come questo riusciamo ad elevarci a Dio e ad essere raggiunti da Lui. La verità è, invece, che Dio non abita esclusivamente uno spazio sacro, perché il suo tempio è l’intera creazione e soprattutto il cuore dell’uomo. L’ambito che Dio ama abitare non è lo spazio del tempio ma il tempo della storia. Perciò Egli raggiunge Maria – come tanti altri personaggi della storia sacra – nel bel mezzo del suo affaccendarsi casalingo, come ogni buona ragazza e donna del suo tempo. È lì che Dio va incontro a Maria, ed è lì che ella si mostra attenta e pronta a riconoscere l’inviato di Dio, ad accoglierne l’annuncio e a dire il suo sì alla chiamata straordinaria che Egli le rivolge di diventare la madre del Signore.

Anche noi siamo raggiunti da Dio nel nostro vivere quotidiano. Lì dobbiamo renderci attenti; lì imparare a tessere le nostre opere e a intrecciare i nostri pensieri e i nostri sentimenti in modo tale da diventare pronti alla chiamata, pronti a dire il nostro sì a quanto giorno per giorno ci viene chiesto, e a volte anche, secondo casi e circostanze, a prendere decisioni importanti su di noi e sugli altri.

Chiediamo al Signore, per intercessione di Maria Vergine di Loreto, di imparare a vivere con questo senso di interiorità e di gioia la nostra onesta operosa quotidianità, per rendere le nostre persone, i nostri ambienti, le nostre giornate e la nostra storia luoghi della visita e della presenza di Dio per tutti.