«Vogliamo cercare Dio? Iniziamo a riconoscerlo e aiutarlo nella persona dei malati»

Domenica scorsa la diocesi pontina ha celebrato la Giornata mondiale del Malato, giunta alla XXIII edizione, la cui data è comunque fissata all’11 febbraio. Presso la chiesa dell’Immacolata, a Latina, grazie all’organizzazione dell’Unitalsi si sono dati appuntamento i tanti malati e loro famigliari per recitare prima il rosario e poi partecipare alla Santa Messa celebrata dal vescovo Mariano Crociata. A concelebrare con lui anche don Henryk Laba, assistente Unitalsi, e fr. Giancarlo Sboarina ofm, parroco dell’Immacolata, con l’assistenza di alcuni diaconi tra cui Renato Tosatti, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale della Salute.

Nella sua omelia, il vescovo Mariano ha dapprima ricordato che «il Vangelo è per tutti e in tutte le condizioni ed è una necessità annunciarlo». Questo “messaggio” anche con riferimento alla Giornata del Malato può essere secondo tre motivi, così spiegati da monsignor Crociata: «Qual è l’atteggiamento del malato verso Dio? Come quello di Giobbe, il quale non è così tanto remissivo, non si rassegna, quasi non accetta la sua malattia, in un certo senso si ribella. Ecco, il Signore non ci chiede di rassegnarci, di subire senza far nulla; anzi, ci chiede di reagire, lottare, di chiedere insistentemente per essere liberati. La malattia colpisce, accade ma non la manda Dio… Lui è accanto a noi. Sempre. Dobbiamo accettare quando non si può fare altrimenti, ma noi dobbiamo essere capaci di resistenza perché sappiamo che non ci aspetta la morte ma un mondo di vita».

Il secondo motivo: «Qual è l’atteggiamento di Dio verso il malato? Un po’ come quello di Gesù (quando guarì la suocera di Pietro e altri malati, Mc 1, 29-39 – ndr), di fronte a lui viene allo scoperto il male perché la sua è una presenza donata da Di per aiutarci contro il male. Gesù combatte e distrugge il male fini nelle sue radici. Questo è il Vangelo: Gesù è nostro alleato per sconfiggere il male».

Il terzo motivo: «Qual è il nostro atteggiamento gli uni verso gli altri? Ecco, qui è significativo il Messaggio di papa Francesco per questa giornata. Dobbiamo essere come dice il titolo “Io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo”. Oggi ci coglie l’indifferenza con l’egoismo che ci fa ripiegare su noi stessi rendendoci insensibili agli altri. Non riusciamo a fermaci per confortare, per aiutare a portare i pesi della vita. Lo stesso discorso vale anche per quelle categorie chiamate a stare vicino ai malati. Quanto c’è bisogno di medici, infermieri, operatori sanitari competenti ma anche attenti e preparati ad accostarsi ai malati senza mai dimenticare che sono persone».

Il monito finale del vescovo Mariano è stato semplice: «Vogliamo cercare Dio? Allora, iniziamo a riconoscerlo e ad aiutarlo nella persona dei malati». Al termine della celebrazione vi è stata la classica fiaccolata accompagnata da un canto mariano, con l’immancabile saluto dei fedeli «Evviva Maria».