Veglia di Pentecoste, si prega per i cristiani martiri ricordando anche che lo Spirito Santo è il senso e l’anima di ciò che siamo e facciamo

In una cattedrale affollatissima di fedeli ieri sera è stata celebrata la Veglia di Pentecoste, cui oggi ricorre la solennità. A presiederla lo stesso vescovo Mariano Crociata, il quale ha iniziato l’omelia ricordando proprio il tema indicato dalla Conferenza episcopale italiana (Cei) e cioè la preghiera per i martiri contemporanei, i tanti cristiani e persone i cui diritti fondamentali alla vita e alla libertà religiosa vengono sistematicamente violati. Queste persone sono «vittime di una follia omicida che si ammanta di falsa religiosità ma in realtà si nutre di rozzo fanatismo, di odio per il diverso, di lotta spietata per il potere, di piacere sadico per la violenza e la distruzione di ogni elemento di umanità e di cultura», ha pronunciato Crociata nell’omelia.

Con riferimento alla solennità liturgica, tra i vari aspetti il vescovo Crociata ha ricordato che: «Lo Spirito Santo è il senso e l’anima di ciò che siamo e facciamo. La storia della salvezza che abbiamo brevemente ripercorso nelle letture bibliche ci lascia cogliere la sua presenza segreta al cuore di ogni cammino guidato da Dio e attuato dal suo Cristo, il Verbo eterno umanato per noi. L’anelito a incontrare Gesù, in cui si condensa anche il progetto del nostro cammino pastorale diocesano, nasce interamente dalla sua ispirazione. In particolare, l’ascolto – che ha segnato l’impegno di quest’anno – solo lo Spirito può renderlo possibile. Ci rendiamo conto – in modo particolare a questa tappa del nostro percorso – che in lui si compie l’evento del parlare di Dio e il miracolo dell’ascolto: evento quanto mai esemplare nel libro sacro, la Scrittura santa che noi accostiamo quotidianamente come riferimento vitale per la nostra esistenza credente».

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